Matteo Viani (BPA): “Noleggiatori di noi stessi per garantire la qualità della flotta” | Fleet Manager del mese

Forse non tutti sanno che Lactalis, leader mondiale del settore lattiero caseario, ha la sua propria società di noleggio: BPA. Ci siamo fatti raccontare come funziona da Matteo Viani, Managing Director, con una precedente esperienza di fleet management in Parmalat, una delle aziende Lactalis.
In questo articolo
- Latte, formaggio e quattro ruote
- Com’è composta la flotta di BPA Italia, quali sono le sue peculiarità?
- Prima di creare una società di noleggio interna al Gruppo, Galbani e Parmalat come gestivano la flotta?
- Da qui nasce l’idea di una società di noleggio interna?
- Quante persone lavorano in BPA Italia?
- La car policy per quanto riguarda il parco auto qual è?
- Capitolo motorizzazioni: la transizione energetica è avviata?
- Quali sono le ragioni che ostacolano l’elettrificazione della flotta commerciale?
Groupe Lactalis è il primo Gruppo lattiero caseario a livello mondiale, con un fatturato di circa 30 miliardi di euro, 85.500 collaboratori, 270 siti produttivi in 51 nazioni. Lactalis Italia è il primo gruppo agroalimentare attivo in Italia per numero di siti produttivi e capillarità sul territorio italiano. Conta 31 stabilimenti sul territorio italiano, oltre 5.300 collaboratori, circa 3 miliardi di fatturato. Si compone di tante grandi marche quali ad esempio Galbani, Parmalat, Castelli, Ambrosi e Leerdammer. BPA, società di noleggio dell’intero Gruppo, si occupa di tutte le esigenze di mobilità, a partire dalla catena del freddo.
Circa l’85% delle spese totali di manutenzione e riparazione di BPA riguarda la flotta commerciale. Da questa considerazione, e quindi da una motivazione di ottimizzazione dei costi, efficientamento e sicurezza, nasce l’intenzione di affidarsi a una soluzione di telematica per i furgoni. “Nel 2023, dopo avere vagliato diverse possibilità, ci siamo affidati a Geotab perché è risultata l’opzione più completa – racconta Matteo Viani, Managing Director di BPA – inoltre abbiamo apprezzato la facilità di installazione dei dispositivi GO9, per cui non sono serviti operatori esterni. Grazie alla manutenzione predittiva e al monitoraggio avanzato e costante dei veicoli, reso possibile dalla piattaforma MyGeotab, BPA ha registrato un risparmio del 7% sui costi di manutenzione rispetto all’anno precedente, in cui non adoperava alcuna soluzione telematica. Inoltre siamo riusciti a recuperare molto velocemente 2 veicoli, oggetto di furto a Milano e a Napoli”.
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Tramite la tecnologia di Geotab, il Gruppo Lactalis può sfruttare i dati telematici e ottimizzare la manutenzione predittiva, per anticipare potenziali problemi o anomalie prima che si trasformino in guasti onerosi, e programmare quindi interventi di manutenzione mirati, ottimizzando i tempi di fermo e riducendo i costi di riparazione.
Ci siamo fatti raccontare come funziona la flotta del Gruppo da Matteo Viani, Managing Director, con una precedente esperienza di fleet management in Parmalat, una delle aziende Lactalis.
Latte, formaggio e quattro ruote
Com’è composta la flotta di BPA Italia, quali sono le sue peculiarità?
Matteo Viani: BPA è la società di noleggio del Gruppo Lactalis che gestisce dalla A alla Z la flotta interna del Gruppo. Oggi la flotta BPA conta 2700 veicoli, di cui 1850 furgoni isotermici (il 70% da 3,5 tonnellate) e 850 autovetture, la maggior parte assegnate in fringe benefit e una quota non trascurabile in pool nelle sedi di Milano, Collecchio e in alcuni stabilimenti.
BPA esiste anche in Francia, Spagna, Croazia, nei Paesi dove è presente Lactalis. BPA viene fondata il 6 dicembre 2012 e la gestione della flotta comincia nel 2013, inizialmente soprattutto per Galbani, che aveva già un buon numero di veicoli refrigerati. Nel 2016 i numeri raddoppiano perché entra anche la flotta Parmalat, di cui io all’epoca ero il Fleet Manager. Quindi anch’io sono entrato in BPA, prima come direttore generale e dal 2021 come AD.
Prima di creare una società di noleggio interna al Gruppo, Galbani e Parmalat come gestivano la flotta?
M.V.: Tenendo i furgoni in proprietà e le auto in Noleggio a lungo termine, con diversi operatori. Devo dire, però, che negli ultimi tempi in Parmalat con le vetture in Nlt si faceva fatica ad avere un livello di servizio sufficiente.
Da qui nasce l’idea di una società di noleggio interna?
M.V.: Da un lato è una scelta societaria: Gruppo Lactalis predilige avere ogni bene strumentale in proprietà, dall’altro è una scelta che dà molti vantaggi, specie per i furgoni. I nostri sono allestiti con cassa frigo, che deve garantire la catena del freddo. Avendo una nostra società, possiamo avere un monitoraggio dei costi operativi più puntuale.
Abbiamo un rapporto diretto con le reti di manutenzione, i carrozzieri, i gommisti. Decidiamo noi da chi rifornirci e abbiamo un rapporto diretto con le case costruttrici e con gli allestitori, oltre che con i fornitori di unità frigorifere. Anche il remarketing è gestito da noi tramite accordi con commercianti sia italiani sia esteri, non facciamo aste.
Tutto questo ci consente di gestire la vita dei veicoli fino a 10-12 anni, laddove possibile. Il Nlt, in genere, non garantisce più di 72 mesi di durata contrattuale per i veicoli isotermici. Il nostro obiettivo è arrivare a 3 cicli di rinnovo della certificazione ATP (obbligatorio per chi trasporta merci deperibili in regime di temperatura controllata).
Quante persone lavorano in BPA Italia?
M.V.: Siamo 14 persone, 7 fanno parte del team tecnico che si divide per zone di competenza su tutto il territorio italiano. In Italia abbiamo circa 150 depositi di Parmalat e Galbani da dove partono i furgoni, copriamo in modo capillare tutta la Penisola.
La car policy per quanto riguarda il parco auto qual è?
M.V.: Abbiamo una car list su 6 fasce, 3 dirigenti e 3 no. Ad oggi lavoriamo con 3 costruttori, non con brand premium. La nostra è una car policy chiusa: abbiamo 2/3 modelli per ciascuna fascia. Diamo in dotazione cambio automatico e il miglior pacchetto sicurezza possibile, con tutti gli Adas necessari.
Capitolo motorizzazioni: la transizione energetica è avviata?
M.V.: Sulle auto sì: negli ultimi tre anni abbiamo deciso di abbandonare via via il gasolio per l’ibrido, ma non ci sentiamo ancora pronti per l’elettrico puro. Abbiamo un progetto di infrastruttura di ricarica che coprirà tutte le sedi entro fine 2025.
Per ora le colonnine sono solo in due sedi. I target che ci siamo posti sono di ridurre del 50% (rispetto al 2019) la CO2 entro il 2033 e di arrivare alla carbon neutrality nel 2050. Lato furgoni, invece, non è per ora pensabile effettuare la transizione come stiamo facendo sulle auto.
Quali sono le ragioni che ostacolano l’elettrificazione della flotta commerciale?
M.V.: Principalmente tre: l’autonomia, la portata ed il prezzo di acquisto. Noi non siamo corrieri espressi, non facciamo consegne dell’ultimo miglio, ma trasportiamo pesi importanti. La portata utile media dei nostri furgoni è di circa 6-700 Kg. In caso di furgone elettrico, a causa del peso delle batterie, la stessa si ridurrebbe rendendo difficoltoso il nostro business.
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