Il crack di Fisker è solo l’ultimo: perché i produttori di veicoli elettrici stanno fallendo?

Nel giugno 2024 Fisker ha presentato istanza di fallimento negli USA. È l’ultimo di altri quattro produttori di veicoli elettrici oggi defunti: Lordstown Motors, Proterra, Arcimoto e Arrival.
In questo articolo
Fondata nel 2016, Fisker era stata quotata a Wall Street nel 2020 con una valutazione di 3 miliardi di dollari, ora il valore delle sue azioni è azzerato: il produttore statunitense di veicoli elettrici ha, infatti, presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 (la protezione dai creditori nel codice fallimentare americano).
IL FALLIMENTO FISKER
Dopo la presentazione della deludente trimestrale del 2023 è partita la corsa al ribasso dei prezzi al pubblico dell’unico modello attualmente commercializzato, il Suv Ocean (da 38.999 dollari a 24.999).
Poi lo stop di sei settimane della produzione, il licenziamento del 15% della forza lavoro, la chiusura del quartier generale in California.

Ora la formale istanza di fallimento in Delaware, dove Fisker ha dichiarato:
- beni tra i 500 milioni e il miliardo di dollari
- passività tra i 100 e i 500 milioni di dollari
- creditori tra i 200 e i 999
LE ASPETTATIVE DISILLUSE DEI PRIMI ANNI ‘20
All’inizio del decennio le aspettative sull’elettrico erano altissime, visto anche il grande successo di Tesla, con i suoi mille miliardi di capitalizzazione.
Leggi Anche: Non solo cinesi, ci sono tanti nuovi produttori e quasi tutti sono elettrici
Basti pensare che il produttore di pick-up Rivian arrivò nel 2021 a essere quotato a New York 105 miliardi di dollari (ora ne vale 10), più di Ford. Questo perché si attendevano enormi prospettive di crescita delle case elettriche.
Aspettative disattese al momento della produzione e della commercializzazione.
Il crollo in Borsa e i fallimenti
Da un lato, la domanda di vetture elettriche in Occidente è cresciuta meno del previsto (e le case tradizionali hanno sviluppato i loro EV), dall’altro l’aumento dei tassi d’interesse ha portato gli investitori ad allontanarsi dai titoli più rischiosi.

Questo ha portato a un crollo in generale dei titoli di Borsa e al fallimento di diversi costruttori nati proprio fra il 2020 e il 2021: oltre a Fisker, Lordstown Motors, Proterra, Arcimoto e la britannica Arrival. Nell’industria dell’auto è in atto una feroce selezione: la previsione è che possano emergere alcune startup solide e in grado davvero di affermarsi.
***
CONTINUA A LEGGERE SU FLEETMAGAZINE.COM
Per rimanere sempre aggiornato seguici sul canale Telegram ufficiale e Google News.
Iscriviti alla nostra Newsletter per non perderti le ultime novità di Fleet Magazine.