Infrastrutture di ricarica per le auto elettriche: lo stato dell’arte in Italia
Le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche sono “una conditio sine qua non” quando si parla di mobilità alla spina. Quale è la situazione aggiornata nel nostro Paese? Ecco i numeri, che certificano da una parte una crescita, dall’altra ancora molto lavoro fare.
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Le infrastrutture di ricarica sono un punto cardine per sviluppare la mobilità elettrica in Italia. Prima della pandemia di Coronavirus, che ha stravolto il mercato, il 2020 era considerato all’unanimità l’anno chiave della transizione energetica. E, nonostante tutto, i piani delle Case non solo cambiati, così come l’interesse dei clienti, aziendali e non, resta in crescita.
La carenza di colonnine per le auto elettriche, però, specie in alcune zone del Paese, rimane un ostacolo molto importante da superare, sul quale occorrerà concentrare gli sforzi nel prossimo futuro. Quale è la situazione aggiornata delle infrastrutture di ricarica nel nostro Paese? Per scoprirlo, ci affidiamo ai numeri di Motus-E.
INFRASTRUTTURE DI RICARICA PER LE AUTO ELETTRICHE: NUMERI IN CRESCITA
Le ultime elaborazioni di Motus-E, che si riferiscono febbraio 2020, testimoniano che sul suolo italiano sono presenti 13.721 punti di ricarica dislocati in 7.203 stazioni accessibili al pubblico. Il 73% del totale è rappresentato da infrastrutture pubbliche ad accesso pubblico (su strada), mentre il restante 27% da infrastrutture situate su suolo privato, ma a uso pubblico (supermercati o centri commerciali).
Rispetto alla precedente rilevazione, effettuata a fine settembre 2019, si registra una crescita media del 33%. Le infrastrutture di ricarica sono passate da 5.246 a 7.203, mentre i punti di ricarica da 10.647 a 13.721. Un segno di dinamismo, che però non nasconde una realtà che presenta ancora molto lavoro da fare.
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DOVE POTENZIARE LE INFRASTRUTTURE
“I punti di ricarica si trovano soprattutto al Nord (il 18% è in Lombardia, regione ‘regina,’ seguita da Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio), mentre il Sud del Paese necessita un risaputo potenziamento. Alle infrastrutture pubbliche vanno aggiunte, ovviamente, quelle private: colonnine aziendali e wall-box. Consideriamo infatti che l’80% delle ricariche delle auto elettriche e ibride plug-in avviene presso l’infrastruttura privata” spiega Francesco Naso, technology and market intelligence coordinator di Motus-E.
Motus-E auspica che l’installazione di nuove infrastrutture di ricarica pubbliche – e con esse anche la distribuzione di potenza – avvenga in base a parametri di densità abitativa, di numerosità dell’utenza, oltre che di tipologia di area (ad esempio, occorre privilegiare le ricariche quick nei centri urbani, fast e ultrafast nelle strade ad alto scorrimento e nei parcheggi di interscambio). Dal punto di vista regolatorio, invece, l’associazione ritiene necessaria la semplificazione degli iter di installazione di ricariche su suolo pubblico e, al contempo, l’agevolazione delle infrastrutture private.
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L’INTERESSE DELLE FLOTTE AZIENDALI
I numeri in crescita sono certamente merito del grande lavoro svolto dai provider e dell’interesse crescente delle flotte aziendali verso l’e-Mobility.
“Un interesse molto importante – spiega Naso – che però deve essere accompagnato da un processo parallelo di elettrificazione delle flotte, attraverso, in primis, la revisione della fiscalità sulle auto aziendali e la nascita di piano nazionale sulle infrastrutture di ricarica ad alta potenza per coprire le aree ancora carenti e le autostrade, con queste ultime che rappresentano una lacuna atavica del nostro Paese rispetto agli altri Stati d’Europa”.