Le elettriche cancellano l’inquinamento acustico, è falso
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Secondo i dati raccolti dall’Agenzia europea dell’ambiente, la metà della popolazione urbana dell’Unione è esposta a livelli d’inquinamento acustico superiori ai 55 db. Un dato, secondo gli esperti, preoccupante.
Molti hanno visto nelle auto elettriche l’opportunità di contrastare l’inquinamento acustico, oltre a migliorare la qualità dell’aria. Soprattutto in contesti urbani, dove i rumori prodotti dal traffico sono più intensi e dannosi.
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COME CONTRASTARE L’INQUINAMENTO ACUSTICO
Sono diversi i Paesi e le città che hanno messo in atto una serie di buone pratiche per contrastare questo tipo di emissioni nocive.
Alcune aree cittadine sono state riconvertite a “zone silenziose“, ovvero località urbane si può evadere dal rumore cittadino, ma per lo più si tratta di spazi verdi, parchi o riserve naturali.
Sempre più spesso, quindi, si sceglie asfalto a bassa rumorosità per le strade e per i mezzi pubblici si prediligono pneumatici più silenziosi. Nonostante i punti di ricarica (almeno in Italia) non siano all’altezza delle aspettative, come diffusione e capillarità, le auto elettriche sembrano essere la risposta più efficace.
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L’art. 155 del Codice della Strada: limiti di dB e sanzioni
Una normativa europea sancisce che, a partire dal 2025, il rumore delle automobili dovrà diminuire. Il limite massimo consentito, per proteggere la salute pubblica, sarà di 68 decibel per le vetture normali (mentre è prevista una deroga per i veicoli più pesanti, oltre le 12 tonnellate, a 81 db).
La riduzione, dunque, è notevole considerando che ad oggi il limite è di 75 dB.
Anche il Codice della Strada dedica un articolo specificamente ai rumori emessi dalle vetture. “Durante la circolazione si devono evitare rumori molesti causati sia dal modo di guidare i veicoli, specialmente se a motore, sia dal modo in cui è sistemato il carico e sia da altri atti connessi con la circolazione stessa”.
Nello stesso articolo 155 CdS sono anche fissate le sanzioni: “Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 42 a euro 173“.
IL PERICOLO SILENZIOSO
La preoccupazione però non dovrebbe scemare quando in strada si immette un veicolo elettrico. La silenziosità dei motori elettrici è ormai cosa nota, ma non è sempre positiva.
Una normativa europea, il regolamento ECE n.138 in riferimento al Regolamento UE n. 1576/2017, impone infatti un suono a questi veicoli. (Obbligatorio per le auto elettriche immatricolate da nuovo e dal 1 luglio 2021 anche per i modelli già omologati.)
Il Sistema di allarme acustico per veicoli, o Avas, deve essere installato su tutte le auto elettriche nuove e deve entrare in funzione a velocità inferiori a 20 Km/h. Ovvero un passo di marcia tipico in città, soprattutto in zone affollate con molto traffico.
Il dispositivo, attivo sia marcia normale che in retromarcia, deve emettere un suono compreso tra 56 decibel e 75 decibel.
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CHI FA PIÙ RUMORE?
Diventa chiaro, quindi, che le auto elettriche dotate dei nuovi segnalatori acustici non saranno risolutive in termini di inquinamento acustico.
Ovviamente il rinnovo del parco auto (sia esso elettrico o termico) ha l’indubbio vantaggio di minore rumore di rotolamento degli pneumatici, sistemi audio meno invasivi (e dannosi) per i passeggeri, tutto accompagnato anche da asfalto a bassa rumorosità.
Ciò non toglie che, numeri alla mano, un’auto elettrica non emetterà meno suoni di una tradizionale, rispettivamente 56-75 decibel contro i 75 dB odierni, che scenderanno presto a 68 decibel.
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