Tutto ciò che c’è da sapere sul Bollo Auto
Il bollo auto, anche noto come tassa di circolazione, è un dovere a cui nessun automobilista può sottrarsi. Ecco cosa prevede la vigente normativa, come si calcola, quando e dove si paga e cosa succede, invece, se ce lo si dimentica.
In questo articolo
È stato introdotto ed è regolato storicamente dal D.P.R. 5 febbraio 1953 n. 39 (“Testo Unico delle Leggi sulle Tasse Automobilistiche”). Parliamo del bollo auto, un tempo conosciuto come “tassa di circolazione”, una delle misure amministrative che i possessori di un autoveicolo/motoveicolo immatricolati in Italia sono tenuti a rispettare.
Si tratta però di un tributo che i nostri connazionali tendono a evadere. Una stima fornita dall’ACI ha indicato in 850 milioni di euro le perdite annue subite dall’erario statale. Fleet Magazine vuole fornirvi i principali contenuti per orientarvi sull’argomento. Partiamo dalle fondamenta, dagli elementi che concorrono a definire l‘ammontare della tassa, che ha carattere locale e viene corrisposta alla Regione dove il proprietario del mezzo ha eletto la propria residenza.
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COME CALCOLARE IL BOLLO AUTO
Innanzitutto corre luogo inserire una precisazione importante: il bollo auto deve essere pagato ogni anno indipendentemente dal fatto se il veicolo circoli o no. Compete infatti a tutti coloro che ne posseggono uno, così come indicati all’interno del Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
L’importo finale dipende dal numero di kW – o in alternativa di cavalli (parliamo quindi della potenza del mezzo) – e dal dato sull’impatto ambientale. Ogni Regione ha però facoltà di stabilire i parametri di riferimento. Ecco perché il calcolo intorno a uno stesso mezzo può portare a risultati diversi a seconda dell’area geografica di competenza.
Per conoscere l’ammontare del tributo, il contribuente può affidarsi a Internet, scegliendo o il sito Internet dedicato messo a disposizione da ACI o l’omologo a cura dell’Agenzia delle Entrate, che consente di effettuare il calcolo a partire dalla targa del veicolo, con l’eccezione però della Provincia Autonoma di Bolzano. Una volta stabilito quanto dovuto, possiamo passare alla vera e propria fase operativa, ossia procedere con il pagamento.
QUANDO E DOVE PAGARE IL BOLLO AUTO
Ricordiamo innanzitutto che il rinnovo del bollo auto va effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di scadenza.
Diversa è la situazione che si pone in caso di autoveicolo nuovo, giacché il pagamento deve ricadere in quel caso all’interno dello stesso mese in cui è stato effettuato l’acquisto del mezzo, con slittamento a quello successivo nel caso di affare concluso negli ultimi dieci giorni. Fanno eccezione Lombardia e Piemonte, dove vive una proroga dei termini che scade l’ultimo giorno del mese successo a quello di immatricolazione.
Solitamente il pagamento del bollo auto viene corrisposto in un’unica soluzione. Si dà però anche la possibilità di una sua ratealizzazione, che si prospetta quando la singola Regione abbia deliberato in tal senso o in caso di scadenza dei termini, quando la pratica passa in capo all’agenzia delle Entrate (soggetto che ha recentemente inglobato Equitalia).
Approfondisci: Come si paga il bollo auto, le soluzioni disponibili
E se non pago il bollo?
Che cosa accade in caso di mancato pagamento del bollo auto? Nel caso di semplice dimenticanza, è possibile applicare il cosiddetto “ravvedimento operoso”, ossia il contribuente provvede a versare l’ammontare del tributo maggiorato di sanzioni che crescono progressivamente in stretta corrispondenza con il numero di giorni di ritardo. Oltrepassato però l’anno, scatta la multa vera e propria, pari al 30% più un interesse dello 0,5% per ogni sei mesi di ritardo.
Entro tre anni che decorrono da quello successivo all’anno in cui la tassa doveva essere coperta, la Regione di competenza ha facoltà di inviare al contribuente una richiesta di pagamento con accertamento del tributo evaso, nonché – in caso di inadempimento protratto – di passare l’incartamento all’Agenzia delle Entrate per l’iscrizione a ruolo.
Il mancato pagamento della tassa per più di tre anni consecutivi comporta la radiazione del veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), con conseguente ritiro della carta di circolazione e della targa. La prescrizione è invocabile dopo tre anni a partire dal primo gennaio di quello successivo all’anno in cui il bollo auto auto doveva essere corrisposto. Stessa tempistica in caso di consegna di una cartella esattoriale.
Per verificare lo stato dei propri pagamenti, ci si può appoggiare ai due siti Internet (ACI e Agenzia delle Entrate) di cui sopra.
Chi è esente dalla tassa di circolazione
Esistono tuttavia una serie di categorie che godono per legge dell’esenzione del bollo auto. Innanzitutto i veicoli adibiti al trasporto di disabili. Quindi, ma solo con una riduzione parziale, i mezzi dotati di una motorizzazione amica dell’ambiente, come metano e GPL. Un discorso a parte meritano le auto elettriche, chiamate a versare la tassa locale solo a partire dal sesto anno dall’immatricolazione. Più complesso e articolato è il piano che ruota intorno alla tecnologia ibrida, che varia regione per regione.
E chi paga di più
Agli antipodi troviamo poi le auto cosiddette storiche e quelle di lusso moderne. Nel primo caso dobbiamo far riferimento alle novità introdotte dalla Legge di Stabilità del 2015, che ha spazzato via un privilegio, quello che consentiva ai veicoli con più di vent’anni di anzianità di non pagare il bollo auto. Tale soglia appare oggi elevata a trent’anni, pur con alcuni distingui a livello territoriale. Nel caso del cosiddetto “Superbollo” invece, applicato ai veicoli con cilindrata superiore ai 185 kW.
Per saperne di più: Superbollo, la lista delle auto sovratassate
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