Microcar a confronto: sfida tra le più piccole sul mercato
Ami, Twizy, Rock-e, Kitty e Yoyo: le microcar più in voga a confronto. Cos’hanno in comune e cosa, invece, le rende diverse l’una dalla altre.
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Sostenibilità è la parola del decennio. Il valore che spinge i giovani dei Fridays for Future a scendere in piazza, che spinge le istituzioni a varare nuove leggi e le case produttrici a rinunciare ai motori termici. A favore di una mobilità che con la sostenibilità ci vada a braccetto.
E da questo punto di vista, non è detto che gli EV siano la soluzione più efficace. Esistono dei veicoli ancora più leggeri, meno inquinanti e, appunto, sostenibili. Si tratta delle microcar, quelle che un tempo erano utilizzate solo dai 14enni e che oggi, invece, puntano anche ai loro genitori.
TENDENZA MICROCAR
Agili, a dir poco facili da parcheggiare e, naturalmente, a batteria. Le microcar sono sempre più di tendenza e sono numerose le case auto che si sono lanciate nel segmento. Nell’ultimo anno le uscite sul mercato si sono susseguite senza sosta. Mettiamo allora a confronto alcune tra le più popolari microcar del momento.
Estrima Birò, batteria a portar via
Non è una novità: Birò è su piazza dal 2008. Anno in cui arrivò per “ridurre del 30% il tempo trascorso al volante, liberare dal traffico il 75% di strade e parcheggi e, allo stesso tempo, abbattere le emissioni di polveri sottili e Co2“, parola dell’ideatore Matteo Maestri.
La più piccola tra le microcar (1m x 1,7m) presenta una carrozzeria ridotta al minimo, composta da nient’altro se non l’indispensabile châssis di sicurezza. Decisamente comoda è la batteria removibile, comoda trasportabile come fosse un trolley e ricaricabile, in 4/6 ore, con qualsiasi presa domestica.
POTENZA | Batteria 4 kW |
AUTONOMIA | 100 km |
VELOCITÀ MASSIMA | 45 km/h |
PREZZO | Da 7.990 € |