Touring Superleggera: artigianalità a metà strada tra il futuro e la tradizione
Storia, tradizione e avanguardia: sono questi i concetti che la carrozzeria milanese ha seguito durante i suoi quasi 100 anni di storia. Una inesauribile voglia di innovazione, espressa attraverso modelli capaci di tracciare un solco indelebile nel passato e nel futuro dell'automobilismo mondiale.
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Oltre a Fiat e Ferrai c’è di più. L’automotive italiano non è solo quello rappresentato da aziende multinazionali e brand conosciuti in tutto il mondo. Il nostro Paese è anche fatto di piccole realtà, nate dalla volontà di alcuni amanti di automobili di trasformare la propria passione in un lavoro.
La carrozzeria Touring Superleggera rappresenta da quasi cento anni una delle aziende che meglio hanno saputo esprimere l’amore che l’Italia prova verso qualsiasi tipo di mezzo a quattro ruote. Nata a a Milano nel marzo del 1926, questa storica ditta nasce dalla volontà di tre figure molto note negli ambienti portivi del capoluogo lombardo.
Touring è infatti figlia degli avvocati Felice Bianchi Anderloni, direttore creativo ed ex collaudatore della casa automobilistica Isotta Fraschini, e Gaetano Ponzoni, esperto di amministrazione. Terzo fondatore dell’azienda è Vittorio Ascari, direttore tecnico di Touring e zio di Alberto Ascari, una delle più grandi leggende della Formula 1.
Un brand che grazie alla creatività dei suoi ingegneri e alle sapienti mani dei suoi operai, è stato in grado di portare una costante ventata di innovazione all’intento del panorama automobilistico italiano e mondiale grazie a vetture capaci di tracciare un solco indelebile nella storia dell’automotive. Una favola che, tra alti e bassi, continua ancora oggi.
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Un’azienda rivoluzionaria
Per gli amanti delle auto, Touring Superleggera rappresenta da sempre un sinonimo di eleganza, raffinatezza e avanguardia. L’azienda milanese fu la prima a sperimentare un metodo rivoluzionario, in grado di spingere i sistemi di costruzione di autovetture a nuovo livello di efficienza.
A partire dal 1936 Touring brevettò il metodo Superleggera. Imitando le tecniche che in quegli anni venivano applicate al mondo dell’aeronautica, la ditta milanese iniziò a creare carrozzerie composte da pannelli di alluminio e sostenuti da una leggera intelaiatura in acciaio saldata al telaio.
Questa soluzione, molto più leggera e funzionale, oltre a riscuotere un successo incredibile anticipò di anni la tecnologia delle auto con scocca portante. Un nuovo modo di concepire l’automobile, incarnato dalla ditta nel proprio motto: “Il peso è il nemico, la resistenza all’aria l’ostacolo”.
Oltre alle rivoluzionarie soluzioni tecnologiche e alla costante ricerca dell’aerodinamicità Touring è divenuta celebre in tutto il mondo per l’intramontabile bellezza di moltissimi modelli di auto per i quali produsse la carrozzeria.
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La storia dell’auto passa anche da Milano
Tra le vetture più celebri concepite dall’azienda meneghina si possono annoverare vere e proprie icone a quattro ruote come l’Alfa Romeo 8C (1932), l’Aston martin DB5 (1963), la celebre auto di James Bond, la Ferrari 166 Berlinetta (1948) e la Lamborghini 350 GT (1964). Queste ultime sono state entrambi le prime quattro ruote uscite dagli stabilimenti dei due celebri brand di supercar.
Un curriculum, quello di Touring Superleggera, davvero unico al mondo ma che non bastò a evitare una triste e momentanea fine. A causa di una serie di sventurate vicende economiche e della spietata concorrenza di altre celebri carrozzerie italiane come Pininfarina e Bertone, la fabbrica dovette chiudere i battenti nel dicembre del 1966.
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Rinascita di una leggenda
Dopo 40 anni di quasi assoluta inattività, la ditta milanese, rilevata dal gruppo privato Zeta Europa BV, riaprì nel 2006 specializzandosi nella personalizzazione di vari modelli di vetture prodotti da marchi automobilistici di lusso. Tra i modelli più riusciti si possono annoverare Disco Volante, restyling dell’Alfa Romeo 8C Competizione del 2007, la Berlinetta Lusso e la Aer03, entrambi rifacimenti della Ferrari F12 Berlinetta (2012).
Oltre al suo ritorno nel mercato dell’automotive con la nuova veste di carrozzeria di lusso, Touring ha affiancato un’attività di restauro dei suoi modelli storici, costruiti durante la sua storia quasi centenaria. Negli ultimi anni l’azienda milanese ha anche deciso di dedicarsi nuovamente alla realizzazione di modelli originali. Progetti che uniscono il lusso e l’eleganza di casa Touring ai nuovi tipi di alimentazione presenti nel mondo dell’automotive.
Un futuro elettrico?
Due sono i modelli a motore elettrico su cui Touring ha voluto investire il proprio tempo ed energie negli ultimi anni. Una coppia di vetture in cui la tradizione artigianale del brand si fonde con le ultime tecnologie al servizio della mobilità EV, in un particolarissimo connubio di modernità tradizionale.
Mini Superleggera Vision
Presentata per la prima volta nel 2014 al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, uno dei più importanti competizioni di bellezza per auto storiche al mondo, la Mini Superleggera Vision è il frutto della collaborazione tra il celebre brand britannico e la carrozzeria milanese. Il concept di questa roadster a due posti di lusso, è quello di coniugare la sobrietà delle forme, ispirata da molti modelli di classiche decappottabili italiane degli anni ’60, con lo stile e l’eleganza tipici delle auto britanniche.
Classe ed eleganza che si sposano con la tecnologia del motore elettrico che batte nel cofano di questo classico moderno. Un veicolo che, nonostante il successo sia pubblico che di critica, non è ancora riuscito ad avere una produzione commerciale, restando un modello unico.
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Artega Scalo Superelletra
Nel 2017, in occasione del suo novantesimo anniversario, Touring decise di esporre al Salone dell’Auto di Torino Parco Valentino una Potenza, eleganza e anche efficienza. . Realizzata in collaborazione con l’azienda tedesca Artega, la Scalo Superelletra era la sintesi della tecnologia tedesca rivestita da un manto di eleganza italiana. I suoi quattro motori elettrici forniscono a questa supercoupé una potenza di 1.020 CV, in grado di farla scattare da 0-100 km/h in soli 2,7 secondi. Una vera e propria scuderia che, scalpitando sotto il suo cofano, spinge l’auto fino a una velocità massima di 300 km/h.
Stando alla scheda tecnica fornita dall’azienda tedesca, la Superelletra avrebbe un’autonomia di 500 km. Potenza, eleganza ed efficienza: tre fattori che, come nel caso della Mini Vision, non hanno convinto le due ditte a dare un seguito al concept presentato a Torino nel 2017. I 50 modelli annunciati ormai 6 anni fa dalla Artega non sono ancora stati prodotti.
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