Un storia, quella della Carrozzeria Castagna e di Ercole Castagna, Giuseppe Barni e Giuseppe Seregni, che deve essere ricordata. Durante il genocidio nazista escogitarono un piano per salvare centinaia di vite. Ecco come andò.
In questo articolo
Giusti tra le nazioni, così vengono definiti i non-ebrei che durante il genocidio nazista misero in pericolo la propria vita per fare la cosa giusta: salvare delle vite. Così, in occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, Fleet Magazine ha deciso di commemorare le vittime dell’Olocausto ricordando una storia di Giusti. Quella della Carrozzeria Castagna.
LA CARROZZERIA CASTAGNA
Fondata nel 1849 a Milano da Carlo Castagna, che rilevò la bottega Ferrari del capoluogo lombardo. Verso la fine del secondo la Carrozzeria Castagna, grazie alla collaborazione con la ditta Ottolini e Ricordi, importatrice dei quadricicli Benz in Italia, divenne uno dei più importanti marchi dell’automobilismo.
Servì, tra i tanti, anche la regina Margherita di Savoia e, anni dopo, Benito Mussolini. Per il regime la Carrozzeria Castagna costruì molte vetture in uso a generali e graduati tedeschi durante gli anni dell’occupazione.
Come molte ditte, durante la Seconda Guerra Mondiale subì una riconversione. Proprio il conflitto convinse, nel 1942, Ercole Castagna (figlio del fondatore Carlo), ad allontanarsi dalla città. Lo stabilimento, con oltre 600 operai negli anni d’oro, si stabilì a Venegono Superiore (Varese).
Nel 1954, la Carrozzeria Castagna fermò la produzione e oggi il marchio firma prototipi, fuoriserie e auto di lusso, collaborando con Case auto, tra le quali Bugatti.
Ma quella che vogliamo raccontare oggi è un’altra storia. La storia di Ercole Castagna, Giuseppe Barni e Giuseppe Seregni. I Giusti dell’automotive. Ecco come andò.
COME LA CARROZZERIA CASTAGNA SALVÒ GLI EBREI
Il confine svizzero a pochi chilometri, tanto coraggio e le auto che la Carrozzeria Castagna produceva specificamente per i generali nazisti. Questi gli elementi che fecero di Ercole Castagna, Giuseppe Barni e Giuseppe Seregni degli eroi.
Castagna al volante, Seregni stava sul sedile del passeggero. Nessuno avrebbe mai potuto sospettare che l’auto degli ufficiali nazisti, che viaggiavano con i nipotini per andare a mangiare cioccolato in Svizzera, potesse essere una scialuppa di salvataggio per numerose vite.
Tra Varese e Como, infatti, risiedevano molti graduati tedeschi, che chiesero a Castagna di trasformare le proprie auto, soprattutto Alfa Romeo. Oltre alle insegne del Reich, al capo officina Giuseppe Barni e il capo dell’ufficio progetti Giuseppe Seregni chiesero di modificare 60 modelli, tra Alfa Supersport e 2005 Coupè, dotandoli di sottofondi e paratie segrete.
Gli ufficiali della Wermacht infatti sfruttavano questi scompartimenti per trasportare oltre confine oro e documenti.
Con le auto dei nazisti in Svizzera
Castagna quindi decise di approfittare della copertura offerta da queste vetture. D’altronde, chi avrebbe dubitato di un’auto dell’esercito tedesco?
Le auto avevano bisogno del pieno, e poi andavano testate. Con questa scusa Castagna e i suoi collaboratori poterono nascondere gli ebrei.
La stima esatta di quante persone i tre siano riusciti a mettere in salvo, rischiando la propria stessa vita, è difficile da fare. Molti, poi, erano solo bambini. E tutti erano all’oscuro, anche le famiglie.
Quello che è certo è che la Carrozzeria Castagna riuscì a trarre in salvo centinaia di persone.
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