Auto elettriche, boom di offerta: ma come fare per venderle?
Abbiamo intervistato i numeri uno di due Case per cercare di approfondire quali strategie possono essere attuate per colmare il gap tra l'offerta e la domanda di auto elettriche.
In questo articolo
Il gap è evidente. Da una parte, stiamo assistendo ad una produzione e, di conseguenza, ad un’offerta di auto elettriche in crescita esponenziale, dall’altra parte la domanda è ancora ridotta, nonostante il recente incremento dei numeri.
https://youtu.be/3b9QXGYsZDU
Come fare per vendere i veicoli a zero emissioni? Il tema è stato trattato ampiamente a #ForumAutoMotive. Un punto cruciale per i Costruttori, perchè nei prossimi anni le gamme dovranno gioco forza diventare sempre più elettriche e, quindi, affinché il business sia sostenibile, questo gap deve annullarsi totalmente e nel più breve tempo possibile. A margine dell’evento, ne abbiamo parlato con i numeri uno di due Case, una generalista e l’altra premium.
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COME FARE PER VENDERE LE AUTO ELETTRICHE? IL PUNTO CON LE CASE
Fare cultura e sfatare i miti
“La crescita della domanda di auto elettriche sarà inesorabile, così come sarà inesorabile la crescita delle infrastrutture di ricarica – premette Andrea Crespi, direttore generale di Hyundai Italia – Noi cosa dobbiamo fare? Innanzitutto tantissima informazione: far capire cosa vuol dire guidare elettrico e, soprattutto, far percepire l’estremo divertimento che l’EV determina; poi essere chiari su come si ricaricano queste vetture, quale è l’autonomia, quali sono i tempi di rifornimento. In definitiva, provare quanto è facile guidare l’elettrico, perchè su questo aspetto ci sono grosse leggende che vanno cancellate sulla scorta dell’esperienza che si può fare”.
Cancellando le ansie, dunque, la domanda di auto elettriche potrà crescere ulteriormente e colmare il gap di cui parlavamo prima.
Servono colonnine
Daniele Maver, presidente e ad di Jaguar Land Rover Italia, che proprio a #ForumAutoMotive ha fatto la sua ultima uscita pubblica prima della pensione, sottolinea invece il problema infrastrutturale. Che diventa primario, specie per quei brand come Jaguar che hanno già annunciato il passaggio completo all’elettrico (per la Casa del Giaguaro a partire dal 2025).
“Le Case hanno subito una forte spinta nella direzione dell’elettrico, ma, al contrario, non c’è stata spinta nei confronti della domanda. Gli incentivi hanno seguito un meccanismo stop&go e, soprattutto, manca un piano sostenuto e, in un certo senso imposto, di crescita dell’infrastruttura di ricarica. Oggi il cliente dell’auto elettrica può trovare le colonnine in città (a questo proposito, non è possibile che, come purtroppo spesso accade, le postazioni vengano occupate in modo abusivo), mentre al di fuori della città ci sono, ma non sono così capillari. Servono quindi incentivi per sviluppare i punti di ricarica fast e, così come c’è stata imposizione alle Case, è necessario imporre ai gestori della rete elettrica di sviluppare le infrastrutture”.
Il ruolo fondamentale del legislatore
Per entrambi i manager, il ruolo del legislatore sarà fondamentale. “Ringraziamo per gli incentivi che sono stati forniti, ma per ora sono stati troppo intermittenti. Non c’è stata chiarezza per il consumatore. Servono, invece, incentivi strutturali che possano portare a comprendere davvero cosa significa guidare elettrico” argomenta Crespi.
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Chiude Maver: “Il legislatore deve promuovere incentivi sulle infrastrutture e imporre al tempo stesso piani di crescita ai gestori della rete elettrica e della rete autostradale. Su quest’ultimo punto, il Decreto del 31 dicembre 2020 aveva stabilito un target ai concessionari entro sei mesi, ma poi non c’è stato seguito”. Riassumendo, servono sia la carota, sia il bastone. Con un unico obiettivo: far crescere la rete delle infrastrutture.
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