Meno del 10% dell’energia per i trasporti proviene da fonti rinnovabili
Nonostante voglia raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in Europa l'uso di energia rinnovabile nel 2022 è stato di appena il 23%, in "aumento" di un solo punto percentuale rispetto all'anno precedente.
Da qualche anno ormai i gestori di flotte aziendali e aziende di trasporti sta cercando di ridurre l’impatto ambientale del proprio parco auto. Uno dei metodi più “gettonati” è quello di elettrificare i veicoli guidati dai conducenti. Tuttavia questa è solo la punta di un gigantesco iceberg. Secondo l’ultimo rapporto di Eurostat, oltre il 90% dell’energia utilizzata nei trasporti non proviene da energie rinnovabili.
L’Ufficio statistico dell’UE, sottolinea come l’Europa sia intenzionata a diventare il primo continente al mondo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Almeno questi sono i piani del Green Deal Europeo, votato da Strasburgo il 15 gennaio 2020.
Tuttavia, la ricerca di Eurostat ha dimostrato come il Vecchio Continente abbia ancora molta strada da fare per raggiungere quell’obiettivo. Durante il 2022, il consumo di energia rinnovabile è rimasto fermo al 23%, aumentando di un solo punto percentuale rispetto all’anno precedente (21,9% nel 2021).
Un dato che appare quantomai deludente se si confronta alla grandissima quantità di risorse presenti in Europa. Tra queste si possono annoverare l’energia eolica, solare, idroelettrica, energia di marea, geotermica, biocarburanti e rifiuti rinnovabili.
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Quali sono i Paesi più (e meno) virtuosi sull’energia rinnovabile?
Nonostante non ne faccia parte, la Norvegia è la nazione presente sul suolo europeo che meglio utilizza le risorse “green”. Il 75% dell’energia utilizzata dal Paese nordico proviene infatti da fonti rinnovabili.
A livello di stati membro dell’UE, è la Svezia la nazione più virtuosa con un ottimo 66%. Una cifra ragguardevole proveniente principalmente dall’energia idroelettrica, eolica, ai biocarburanti solidi e liquidi, nonché alle pompe di calore.
Seguono la Finlandia (47,9%), con l’energia idroelettrica, l’eolica e i biocarburanti e la Lettonia (43,3%), che dipende principalmente dall’idroelettrico.
I tre Paesi “fanalino di coda” della classifica Eurostat sono, a scalare, Belgio (13,8%), Malta (13,4%) e Irlanda (13,1%). Anche l’Italia si dimostra un membro UE tutt’altro che virtuoso. Solo il 19% dell’energia utilizzata nel nostro Paese proviene da fonti rinnovabili.
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E i trasporti?
Anche in questo caso la Svezia è il membro dell’Unione Europea più avanzato nell’impiego delle rinnovabili per quanto riguarda i trasporti (29,2%). Il Paese nordico ha già superato (anche se di poco) l’obiettivo del 29% fissato per il 2030 dalla direttiva UE 2023/2413 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.
Anche in questo caso, il secondo gradino del podio è occupato dalla Finlandia (18,8%), pur dovendo ancora recuperare circa 10 punti percentuali rispetto al target imposto dall’UE. Medaglia di bronzo ai Paesi Bassi, che seguono a distanza con il 10,81%.
Dall’altra parte, i tre Paesi che impiegano la minore quantità di energie rinnovabili nel settore dei trasporti sono Grecia (4,1%), Lettonia (3,1%) e Croazia (2,4%). Rispetto ad altri stati UE, l’Italia si piazza discretamente bene, all’ottavo posto, con il 10%.
Per quanto riguarda i trasporti, le fonti di energia “green” includono i biocarburanti liquidi (biodiesel conforme ai criteri di sostenibilità e di risparmio di gas a effetto serra), il biometano e la parte di elettricità rinnovabile consumata nel trasporto su strada e ferroviario.
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