Ford, domanda debole delle elettriche: un problema e due soluzioni opposte

I tempi della transizione a un'offerta esclusivamente elettrica tornano in discussione. In Europa Ford potrebbe offrire modelli ibridi anche dopo il 2030, mentre nel Regno Unito si va verso la diminuzione dei volumi per compensare la debole domanda di elettriche
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Il problema alla base, per Ford come per altri costruttori, in misura differente, è che non si vendono abbastanza auto elettriche in Europa. La sbandierata transizione all’elettrico, sulla quale i proclami delle case negli anni scorsi (e le previsioni ottimistiche) non hanno tenuto conto di un contesto più ampio – infrastrutturale ed economico – registra le inevitabili correzioni in corsa.
Ford nel 2021 aveva annunciato l’intenzione di offrire in Europa una gamma di modelli esclusivamente elettrici dal 2030. Ecco, se l’obiettivo resta la transizione green, sulle date arrivano aperture su un prolungamento dell’offerta di modelli termici ibridi.
DOMANDA DI ELETTRICHE DEBOLE
Al problema di base, di una domanda non sufficiente e conseguenti vendite di elettriche con percentuali anemiche, Ford prospetta due soluzioni diametralmente opposte tra lo scenario dell’Europa legata ai vincoli del legislatore di Bruxelles e le condizioni nel Regno Unito.
LA “SOLUZIONE” FORD AL PROBLEMA INGLESE
Le norme sull’incremento della quota di auto elettriche vendute in rapporto ai volumi complessivi, previsto nel Regno Unito già dal 2024, prevedono multe per i costruttori che dovessero mancare l’obiettivo. Così, Ford prospetta una decisione drastica: limitare le vendite di auto termiche, riducendo il volume assoluto, in modo da rispettare la norme sulla quota coperta dall’elettrico. In sintesi, se il mix tra alimentazioni non è supportato dalla domanda, solida, sull’elettrico perché arrivi al 22% del totale, è riducendo il totale di auto vendute che sarà possibile evitare multe.
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“Non possiamo spingere i veicoli elettrici contro quella che è la domanda del mercato. Non siamo intenzionati a pagare multe e non venderemo modelli elettrici con enormi perdite solo per ottenere la conformità alle norme”, ha spiegato al Financial Times Martin Sander, capo di Ford Europa per la divisione auto. “L’unica alternativa è ridurre le nostre spedizioni di veicoli termici nel Regno Unito e venderli altrove”.
IN EUROPA IBRIDE ANCHE DOPO IL 2030
La ricetta opposta, invece, è prospettata per l’Europa dei 27 paesi membri. Proseguire l’offerta di modelli ibridi anche dopo il 2030 è una concreta possibilità per Ford. “Se vedremo una forte domanda, ad esempio di veicoli ibridi plug-in, li offriremo”, prosegue Sander. Curioso come nelle strategie di diverse case stia tornando in auge la produzione di PHEV. I limiti delle ibride ricaricabili sono noti, tutti legati alle condotte dei guidatori, a fronte di vasti benefici fiscali. Un’ibrida plug-in non regolarmente ricaricata produce effetti nocivi, per emissioni inquinanti, superiori a un modello equivalente e unicamente termico. PHEV che per rappresentare davvero una valida soluzione andrebbero utilizzate con logiche da auto elettrica, per quanto attiene l’abitudine a ricaricare.
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“La domanda di auto elettriche è in ritardo rispetto alle nostre aspettative e non stiamo raggiungendo i nostri ambiziosi obiettivi”, ha aggiunto Sander al summit Future of the Car. “Siamo impegnati a raggiungere le emissioni zero, dobbiamo solo essere ragionevoli e trovare insieme un modo per arrivare a zero emissioni in modo redditizio”.
Una transizione verso la quale si sono “persi” per strada modelli come Fiesta e, prossimamente, Focus, senza considerare i tagli a modelli meno popolari come S-Max, Galaxy e Mondeo.
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