Nestlé: una car policy che dichiara guerra alle emissioni
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In ottica di gestione parco auto Nestlé ha dichiarato guerra alle emissioni inquinanti. È questa la priorità che, a livello globale, guida le scelte di mobilità dell’azienda multinazionale attiva nel settore alimentare sin dal 2009 e la spinge a fare sempre meglio sul versante della eco-sostenibilità.
Il Fleet Manager Tiziano Fasolini (che gestisce un parco di 900 veicoli) ci fa entrare nei meandri della car policy del Gruppo (composto da Nestlé Italiana, San Pellegrino e Nespresso), di cui si occupa quotidianamente nella sede centrale di Assago.
LA CAR POLICY
Le auto di Nestlé sono destinate a cinque fasce di dipendenti: il comitato di direzione e i dirigenti, che rappresentano il 25% della flotta, e l’area di vendita (capi-area, account e merchandiser), che costituisce la restante e più corposa parte. I primi hanno contratti di 36 mesi/120mila km, che per i secondi diventano 150mila km e in entrambi è compresa la franchigia. In ottica di gestione parco auto Nestlé acquisisce tutta la flotta attraverso la formula del Nlt, tramite una gara biennale che vede partecipare le principali società di noleggio.
EMISSIONI IN CALO
“La nostra car policy è chiusa e in costante rinnovamento – prosegue Fasolini – perché stiamo perseguendo una politica di riduzione drastica delle emissioni di CO2. Siamo partiti nel 2009 con un’emissione effettiva di 160 g/km e oggi siamo intorno ai 110 g/km. Ma l’obiettivo che ci siamo dati come Gruppo è quello di arrivare a 99 grammi effettivi, sul circolante, entro il 2020”. Ecco perché il principale parametro nella definizione della car list, assieme al canone di noleggio, è proprio il livello di emissioni della vettura.
Un’esigenza che si riflette su tutte le fasce. “In questo momento – conferma il Fleet Manager – abbiamo, anche per il comitato di direzione, vetture con una cilindrata non superiore a 2.5. Una scelta di immagine e coerenza nonostante rappresentino una piccola parte della flotta”.
(L’intervista completa sarà pubblicata sul numero di giugno di Fleet Magazine)