I 7 modi più assurdi in cui abbiamo trasportato i bambini in auto
Dall'amaca da auto (ancora in vendita in alcuni Paesi) ai seggiolini "ribaltabili" alle imbracature più pericolose. A lungo la sicurezza dei bambini in viaggio non è stata certo una priorità, con "invenzioni" che viste con gli occhi di oggi sono a dir poco criminali.
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Solo dal 1993 in Italia è obbligatorio trasportare i bambini in auto su appositi seggiolini. Prima che entrasse in vigore il Nuovo Codice della Strada del 1992 i bambini italiani viaggiavano davvero a caso: di solito in braccio a un passeggero o, i più grandini, sul sedile posteriore (naturalmente senza cinture di sicurezza, obbligatorie solo dal 2006).
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Ma valeva davvero tutto: anche avvalersi di “sistemi da viaggio” che visti adesso fanno sobbalzare per la mancanza di sicurezza. Naturalmente non è un’evoluzione solo italiana: in tutto il mondo i bimbi sono stati trasportati nei modi più assurdi.
QUANDO LA SICUREZZA NON ERA UN PROBLEMA
Bisogna tenere presente che un tempo i sistemi di ritenuta per bambini non avevano come fine la sicurezza e non erano stati progettati per salvare la vita dei bambini in caso di incidente. L’obiettivo era semplicemente che il bambino non andasse in giro per l’abitacolo e magari di intrattenerlo.
Spesso questi sistemi erano più pericolosi che lasciare il bambino libero sul sedile posteriore. Per questo ai nostri occhi di oggi sembrano così stupidi.
SOTTO IL CRUSCOTTO
Riscaldare il bambino col tepore del motore e cullarlo con le sue vibrazioni. Questa l’idea geniale alla base della culla da auto Corvair (1960).
Pensata per la Chevrolet Corvair, la culla è posizionata in un luogo oggi impensabile, proprio sopra il cruscotto. Non è dato sapere come salvare il bambino in caso di frenata o incidente con rottura del parabrezza.