I Saggi del Noleggio, Patrizia Bacci: “Il noleggio è un affare di famiglia”
Prima donna tra i nostri saggi del noleggio è Patrizia Bacci, amministratore unico di Program Autonoleggio, azienda che, pur continuando a crescere, non rinuncia a un’atmosfera famigliare.
In questo articolo
- Come si fa a mantenere quest’aria di famiglia, nonostante l’azienda continui a crescere?
- Facciamo un passo indietro. Torniamo nell’Inghilterra degli anni ’60…
- Una questione di famiglia. Quanto i suoi genitori hanno influito nella sua scelta di entrare nel settore del noleggio?
- E ha scelto di farlo in Italia, percorso inverso a quello di molti giovani…
- Quali sono le differenze tra il settore del noleggio italiano e quello anglosassone?
- Parecchie differenze esistono anche tra il noleggio di oggi e quello di qualche anno fa.
- Tra i cambiamenti in atto c’è anche il maggior interesse dei privati verso i servizi offerti dal noleggio. È una strada che Program intende percorrere?
- Domanda d’obbligo per la prima “saggia del noleggio”. Come si fa a farsi valere in un mondo a stampo maschile come quello dell’automotive?
C’è un particolare che colpisce l’attenzione entrando nella sede di Program Autonoleggio di via Pratese, a Firenze. Un dettaglio colorato che si ritrova su ogni scrivania, in divisa militare, con un tutù da ballerina o con grandi occhiali da secchione. Un piccolo, buffo gufo di ceramica, dai connotati simili a quelli della persona seduta alla scrivania su cui è adagiato.
https://youtu.be/0OZxeGDEO0I
«Ad ogni assunzione, doniamo al nuovo arrivato un gufo personalizzato, come simbolo di benvenuto e augurio di buona fortuna nel mondo del lavoro», ci spiega Patrizia Bacci, che di Program è amministratore unico e gufo-regina. Un’imprenditrice gentile che, dopo appena qualche minuto di chiacchiere, ti fa venire voglia di inviare curriculum e candidatura – anche solo per scoprire quale gufo ti assegnerà – e che con piacere abbiamo accolto tra le pagine della nostra rubrica dedicata ai Saggi del noleggio.
Come si fa a mantenere quest’aria di famiglia, nonostante l’azienda continui a crescere?
Più l’azienda cresce e più diventa difficile mantenere un’atmosfera familiare, ma è qualcosa a cui teniamo molto. Ecco perché cerchiamo persone che abbiano voglia di far parte di un gruppo e di lavorare in un gruppo. Siamo tutti sulla stessa barca e ci muoviamo nella stessa direzione. Siamo un’azienda, ma siamo anche un gruppo di persone che si conoscono e condividono esperienze, non solo professionali, ma di convivialità.
Facciamo un passo indietro. Torniamo nell’Inghilterra degli anni ’60…
Lì dove iniziò la storia della nostra azienda. I miei genitori si trovavano nell’Inghilterra degli anni ’60, a gestire un’attività ben diversa dal noleggio. All’inizio, il noleggio era un’attività meramente complementare, ma pian piano l’idea ha preso piede, e i furgoni noleggiati da due sono diventati tre e poi dieci, fino a diventare il core business dell’impresa. Così si è abbandonata la produzione di merce, per dedicarsi all’attività del noleggio. Scelta che, a distanza di oltre cinquant’anni, si è rivelata decisamente azzeccata.
Una questione di famiglia. Quanto i suoi genitori hanno influito nella sua scelta di entrare nel settore del noleggio?
Non mi è mai stato vietato o imposto nulla. Ma il noleggio era il mio mondo, la mia normalità. Era alla società di noleggio che trascorrevo i fine settimana, le vacanze scolastiche le passavo a lavorare in azienda. Non mi è mai stato detto “devi fare questo”, ma farlo è stata una conseguenza spontanea del modo in cui sono cresciuta.
E ha scelto di farlo in Italia, percorso inverso a quello di molti giovani…
La verità è che, nonostante in Inghilterra sia nata e cresciuta, nonostante lì abbia compiuto tutti gli studi, non mi ci sono mai sentita davvero a casa. Casa è sempre stata l’Italia, sebbene ci venissi solo durante le vacanze. Il mio posto è qui, e qui sono tornata.
Quali sono le differenze tra il settore del noleggio italiano e quello anglosassone?
Il settore del noleggio in Inghilterra è molto più avanti di quello italiano. A fare la differenza è soprattutto la legislazione. In Inghilterra, ad esempio, è possibile noleggiare anche tir o motrici e, soprattutto, le cose lì sono bianche o nere. Qui siamo circondati da un’aura di grigio che non aiuta, l’asfissiante burocrazia che opprime il nostro settore non esiste negli altri paesi europei.
Approfondisci: Cosa stanno facendo gli altri paesi europei per supportare l’automotive
Parecchie differenze esistono anche tra il noleggio di oggi e quello di qualche anno fa.
Nel mondo dell’automotive c’è fermento, ci sono così tanti cambiamenti in atto. Si parla di ibrido, di elettrico, di transizione energetica. I mezzi in sé stanno cambiando profondamente. Ma i cambiamenti non sono solo positivi. Le leggi riguardanti il settore del noleggio sono state scritte senza considerare il loro effettivo risvolto pratico. Dall’articolo 94 al Documento Unico, fino alla legge sulla tassa di proprietà: ci stanno mettendo in difficoltà e trovare una soluzione è difficile. Non chiediamo altro che lavorare e offrire un servizio ai nostri clienti, ma se non c’è chiarezza in ambito legislativo diventa tutto complesso. Ci troviamo in un momento di profonda incertezza.
Tra i cambiamenti in atto c’è anche il maggior interesse dei privati verso i servizi offerti dal noleggio. È una strada che Program intende percorrere?
È vero, i privati si stanno avvicinando al noleggio. Le nuove generazioni non sentono la necessità del possesso del veicolo, a loro interessa l’utilizzo. Il car sharing è nato per questo, adesso è arrivato anche il noleggio. Tuttavia, non è un settore su cui, al momento, puntiamo molto. Anche in questo caso, non c’è chiarezza legislativa, bisogna stare molto attenti.
Per saperne di più: Noleggio ai privati, cosa ne pensano gli italiani? I risultati della nostra survey
Domanda d’obbligo per la prima “saggia del noleggio”. Come si fa a farsi valere in un mondo a stampo maschile come quello dell’automotive?
Essendo concrete e presenti. Quando ho iniziato, nei primi anni ’90, che a capo di una società di noleggio ci fosse una donna era qualcosa a dir poco “particolare”. Oggi le cose sono leggermente cambiate e le donne nell’automotive sono aumentate, ma siamo ancora molto lontani da dove dovremmo essere.
Non è facile affacciarsi in un mondo pensato da e per gli uomini, ma sono fermamente convinta che coniugare una vita femminile con la crescita professionale sia sempre possibile. Il team di Program è composto al 50% da donne e al 50% da uomini, anche nei ruoli di responsabilità. Servono costanza e concretezza. Dobbiamo abbattere questo muro invisibile e, con esso, il pregiudizio secondo cui noi donne “non ne sappiamo abbastanza”, perché siamo in grado di fare tutto.
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