La visione del The Urban Mobility Council sbarca al Parlamento UE
Con le Black - pardon, Green - Box a bordo delle auto si potrà passare più facilmente al pay per use. Senza lasciare indietro nessuno. L'affondo di Salini sulla scarsità del Rame
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La rilevazione del comportamento puntuale del singolo veicolo attraverso l’uso di Black – o come le chiama il gruppo Unipol, che ha creato nel 2022 il Think Tank The Urban Mobility Council – di Green Box, fa capolino al Parlamento europeo. Una rilevazione che si basa sulla ventennale esperienza di strumenti telematici a bordo delle auto degli italiani, arrivate a “oltre 4 milioni, sui 9 milioni di clienti che abbiamo” sottolinea l’AD di UnipolSai Matteo Laterza in chiusura della presentazione. “Moderata”, se si può dire così, dal Responsabile Relazioni Istituzionali e rapporti con i Media del Gruppo Unipol, nonché coordinatore del TUMC, Stefano Genovese.
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La ricerca del Politecnico
Il nuovo paradigma – accanto alla neutralità tecnologica, di cui si discute ormai da mesi – sull’auto a consumo, che potrebbe più facilmente portare alla transizione tecnologica, si basa anche su uno studio realizzato dal Politecnico di Milano, grazie appunto alla sterminata mole di dati, “in forma anonima” sottolinea il curatore dello stesso, Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento Elettronica Informazione e Bioingegneria del Poli, che ha in pancia il gruppo assicurativo.
“Oggi è di circa il 30% il potenziale di elettrificazione del parco auto italiano. Con grandi differenze tra le città. Ma per elettrificare l’intero parco serve passare dalla proprietà al MaaS, al Mobility as a Service. Visto che, ad esempio, le auto elettriche già oggi possono ricaricare le batterie 1000/1500 volte e, se consideriamo una autonomia di 500 chilometri, ne potrebbero fare circa 600 mila. Tantissimi anche per un privato che usa l’auto intensamente. Dai Valori Medi delle varie categorie di Euro bisogna quindi passare al valore puntuale sul consumo delle risorse “pubbliche” (aria, ma anche spazio pubblico, etc.) e passare al ‘pay per use’. Ad esempio interessante l’iniziativa di Emila, Lombardia e Piemonte con il Move-in, un giusto concetto che permette l’uso – moderato – dell’auto anche a persone che non si possono permettere l’auto nuova, che, però, non ha avuto un grande successo. Con questo non dico che sono contro l’elettrico, ma questo deve essere utilizzato bene” le parole del professore.
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Le regole ancora in discussione
Questo incontro si inserisce in un momento cruciale per la politica sulla mobilità, all’indomani dell’adozione delle ultime due proposte legislative del pacchetto “Fit For 55”, nel contesto della COP 28 e nel giorno che precede la “Giornata dei trasporti dell’UE”. Un Green deal che inevitabilmente tocca il settore dei trasporti: “per arrivare agli obiettivi che ci siamo dati dobbiamo ridurre il 90% delle emissioni nel settore dei trasporti. Tutte le modalità. E se per strada e rotaia abbiamo soluzioni a emissioni , per l’ (elettrico, idrogeno, eFuel, etc) per l’Aviazione e il trasporto Marittimo non vi sono soluzioni a breve. Possono usare solo gli eFuel e i biocarburanti. Che sono limitati e molto costosi. Perciò dobbiamo accelerare sul trasporto su gomma. Con la prossima sfida della regolamentazione di mezzi di trasporto pesanti“, il commento del Policy Officer, Commissione europea, DG MOVE Dario Dubolino.
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L’affondo di Salini sul problema rame
In tutto ciò è evidente la spaccatura tra le sinistre, che hanno voluto il Green deal, e le destre, che spingono sulla neutralità tecnologica, riassunte nell’intervento di Massimiliano Salini, membro della Commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo: “Assegnare la responsabilità all’utilizzatore del veicolo e favorire la libertà tecnologica danno la libertà al cittadino e, nel contempo, aiutano la ricerca sulle nuove tecnologie“, dice l’onorevole che dà una stoccata sulle materie prime, “si parla tanto di esaurimento degli idrocarburi. Ma il sottotitolo del Green Deal si chiama elettrificazione. E per farla sappiamo che in ogni dispositivo da utilizzare, non solo le auto, c’è del ne utilizziamo 22 tonnellate all’anno. In dieci anni ne avremmo bisogno 50 milioni, e ne avremo 10 a disposizione. Quindi oggi l’elettrificazione prefigurata dal Green deal non si può fare. Tralasciando poi il fatto che non si sa se è veramente la scelta giusta, perché bisogna fare il bilancio carbonico su tutta la produzione“.
Come funziona l’E-Private Mobility Index
Per calcolare l’indice rappresentativo della percentuale di veicoli a motore endotermico immediatamente elettrificabili, ovvero che possono essere sostituiti da veicoli completamente elettrici nell’immediato – l’E-Private Mobility Index – sono stati processati circa 360 milioni di spostamenti per oltre 226.000 veicoli per un totale di oltre 70 milioni di spostamenti. Un indice che si pone l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno, che non obbliga alla rottamazione di un’auto in ragione del suo motore purché i chilometri che percorre siano limitati e il suo stile di guida sia “green”. Una logica in cui si rende necessario che ciascuna auto sia dotata di una box dedicata e certificata, indissolubilmente legata al veicolo, e che ogni automobilista accetti che il suo stile di guida ed i chilometri percorsi siano misurati.
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