Auto elettrica: la batteria si può (e si deve) poter riparare
Con la diffusione di auto elettriche e ibride plug-in è sempre più necessario avere delle garanzie riguardo alle batterie e loro riparazione. Purtroppo in molti casi i pacchi batteria anche solo leggermente danneggiati non vengono riparati, e questo aumenta i costi e impedisce l’economia circolare.
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La batteria è di gran lunga la parte più costosa di un’auto elettrica, rappresentando fino al 50% del suo prezzo. Non è scontato, però, che si possa riparare, ad esempio a seguito di un incidente.
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In teoria è possibile farlo, sostituendo le celle danneggiate, ma non è la regola. Questo dipende anche dalle diverse tipologie di batterie, dato che non ci sono degli standard su come debbano essere costruite.
UN RISCHIO PER LE TASCHE E PER L’AMBIENTE
Un pacco batterie non facilmente riparabile aumenta di molto i costi assicurativi perché il rischio che l’auto venga rottamata dopo un incidente è più alto, come denuncia Reuters. Per ora parliamo di numeri bassi, perché ancora bassa è la percentuale di elettriche sul circolante, ma il problema è destinato a diventare più rilevante con l’aumento degli EV.
Si tratta anche di una questione di rilevanza ambientale, dato che se si butta via il veicolo elettrico in una fase iniziale si perdono praticamente tutti i vantaggi (rispetto al termico) in termini di emissioni di CO2 nel ciclo di vita.
IL PROBLEMA DELL’ACCESSO AI DATI
La maggior parte delle case automobilistiche sostiene che i loro pacchi batteria siano riparabili, anche se pochi sembrano disposti a condividere l’accesso ai dati della batteria. Gli assicuratori, le società di noleggio e le officine di riparazione di automobili stanno già lottando con i produttori di automobili nell’UE per l’accesso ai dati delle auto connesse, fra cui rientrano anche i dati delle batterie.
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È una questione di sicurezza: a seguito di un incidente capita che le batterie possano essere graffiate all’esterno, ma le celle all’interno sono probabilmente intatte. In mancanza di dati diagnostici precisi il veicolo è da rottamare.
BATTERIE: CONVIENE RIPARARLE
Cambiare un modulo difettoso o danneggiato con uno nuovo ha, ovviamente, un costo inferiore rispetto al cambio di tutto il pacco batteria. Abbattere i costi sarebbe un modo in più per avvicinare il grande pubblico all’auto elettrica. Per citare Henry Ford «C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti».
È già possibile dare una “seconda vita” alla batteria in campo automotive con la sostituzione dei moduli o delle singole celle in caso di guasto. In alternativa si possono rigenerare le celle stesse, attraverso un processo che permette di dare agli anodi un nuovo rivestimento capace di riportarlo alla capacità iniziale di generare corrente.
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I regolamenti UE sulle batterie recentemente adottati non parlano specificamente della loro riparazione, ma chiedono alla Commissione Europea di incoraggiare gli standard per “facilitare la manutenzione, la riparazione e il riutilizzo”.
Tecnicamente rendere le batterie riparabili non è difficile: si tratta di comporle in moduli più piccoli e quindi più semplici da riparare, e aprire i dati diagnostici a terze parti, in modo che si possa determinare con sicurezza lo stato si salute della batteria.
UN BUCO NELL’ECONOMIA CIRCOLARE
Una batteria elettrica non riparabile (o molto difficilmente riparabile) diventa un buco nell’economia circolare propagandato da case automobilistiche. Un modello che dovrebbe basarsi sul riutilizzo e sul riciclo di questo componente chiave, anche per essere meno dipendenti da esportazioni extra UE.
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