Concept car: a cosa servono e che fine fanno?
Prototipi utilizzati dalle case automobilistiche per mostrare la loro idea di futuro, sia in termini di tecnologia che di design, ecco che fine fanno le concept car a salone finito.
In questo articolo
Al Salone di Monaco 2021 se ne sono viste tantissime. Sono quelle auto che le guardi e pensi “ma come si guida questa cosa?”, vetture che sembrano arrivate dal futuro, più adatte a James Bond o al team di Fast&Furious che a noi gente comune.
Ma, esattamente, cosa sono le concept car? Perché vengono costruite e che fine fanno una volta finito il salone di turno? Scopriamolo.
COSA SONO LE CONCEPT CAR
Concept car significa, letteralmente, “vettura concettuale”, definita sulla Treccani come:
“Automobile sperimentale, costruita per lo più in un unico esemplare, nella quale una casa automobilistica anticipa possibili soluzioni da usare in futuro, sia per quanto attiene alle forme estetiche sia per la tecnologia”
In breve, le concept car sono prototipi che le case automobilistiche presentano come anticipazione di un modello di serie, esempi del nuovo stile e delle nuove tendenze che il brand ha intenzione di utilizzare in futuro, in diversi ambiti:
- Motorizzazione. Spesso sulle concept car si trovano propulsori più potenti della norma o, in alternativa, powertrain green pensati per la salvaguardia dell’ambiente.
- Design. Il design è sempre avanguardistico e audace e difficilmente viene mantenuto nella futura produzione di serie. Si tratta piuttosto di un esercizio di stile, di una provocazione o della rappresentazione di un’idea.
- Materiali. Le concept car, a livello pratico, servono soprattutto a ripensare l’utilizzo dei materiali, ad esempio la fibra di carbonio o le leghe metalliche.
- Modalità di guida. Spesso fautrici di nuove modalità di trazione, oggi le concept car sono spesso test per le funzioni di guida autonoma più avanzate.
A proposito di guida autonoma: A che punto siamo in Europa?
Che fine fanno le concept car a salone finito?
Proprio in quanto simbolo di una nuova linea stilistica e valoriale dei costruttori, le concept car sono solitamente presentante in occasione di fiere e saloni automobilistici. In seguito, possono restare in casa madre, come esempi per la produzione futura o, ahi loro, essere semplicemente distrutte perché decretate inutilizzabili. Alcune, però, finiscono in vendita.
È possibile comprare una concept car?
Sì, è possibile acquistare una concept car, purché si disponga di un considerevole gruzzolo da elargire sull’unghia (non sono previsti finanziamenti in questi casi). Assolutamente vietato, però, portare il prototipo su strada, azione illegale.
Leggi anche: Le 6 concept car che vorremmo vedere su strada
LA STORIA DELLE CONCEPT CAR
Gli storici dell’auto non sono concordi. Alcuni considerano essere la prima concept car della storia la Buick Y-Job del 1939, presentata per mostrare al pubblico innovazioni come i fanali anterori a scomparsa. Altri, anticipano la cronologia fino al 1929, anno in cui fu presentata la Auburn Cabin Speedster, prodotta dalla casa in un unico esemplare.
In Europa, invece, fu Aston Martin ad aprire la porta al concetto di concept car, con la Atom, berlina quattro porte costruita su un telaio tubolare. Nei confini nazionali, il primato spetta a Alfa Romeo che, assieme a Bertone, produsse negli anni ’50 la serie BAT – Berlinetta Aerodinamica Tecnica, con portellone ad ali di pipistrello.
Le concept car che hanno fatto la storia
Era una concept car la prima monovolume di sempre: la Megagamma ideata dalla Italdesign Giugiaro per Lancia. E concettuale era anche l’auto che ispirò la Bat Mobile della prima serie tv dedicata al supereroe, ispirata alla Lincoln Futura disegnata da Najjar e Schmidt e assemblata alle officine Ghia di Torino.
https://youtu.be/GoX0CTjVvWw
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