Emendamento Edoardo: a che punto siamo?
Gli ultimi sviluppi e i retroscena della modifica al Codice della strada che vieterebbe ai neopatentati di portare più di una persona nelle ore notturne.
In questo articolo
“Quello che più mi ha sorpreso di Giulia, pochi mesi dopo la tragedia capitata a suo figlio, è stata la sua forza”. Sono queste le parole con cui Francesco Maria Spanò, direttore delle risorse umane dell’Università Luiss Guido Carli, descrive Giulia Barillaro, la madre di Edoardo Divino, ragazzo romano di 17 anni morto nella notte del 22 gennaio 2022 a causa di un incidente stradale.
“Questa donna – sottolinea Spanò – sin da subito ha avuto la prontezza di raccontare in maniera molto lucida la sua sofferenza ma anche di andare nelle scuole a portare la propria testimonianza per avvertire i ragazzi sui pericoli che si possono incontrare sulla strada“.
Nel luglio del 2022, per porre rimedio alle famigerate “stragi del sabato sera”, Barillaro e Spanò hanno deciso di presentare in Senato l’Emendamento “Edoardo”, una modifica all’art. 186-ter del Codice della Strada. La proposta vorrebbe vietare a tutti i neopatentati di trasportare con la propria auto più di un passeggero nelle ore notturne: dalle 24:00 alle 5:00.
“Un giorno Giulia – racconta il direttore delle risorse umane della Luiss – venne da me con un rapporto pubblicato dall’Università La Sapienza di Roma sui “Conducenti inesperti”, nel quale si dimostra che i ragazzi tra i 18 e i 21 anni hanno dei meccanismi psicologici con la propria auto che molto spesso li mettono in pericolo”.
La ricerca che Barillaro aveva con sé era la versione tradotta del documento redatto dall’Osservatorio europeo per la sicurezza stradale dal titolo “Novice Drivers” che, pubblicato alla fine del 2006, presenta un’ampia panoramica internazionale sul tema “giovani e sicurezza stradale”.
“Essendo io un giurista – ha detto Spanò – mi è venuto in mente questo disegno di legge che, anche alla luce delle recenti statistiche secondo le quali gli incidenti aumentano sensibilmente durante le ore notturne, regolamenta maggiormente la guida dei neopatentati”.
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Nulla è cambiato in quasi 20 anni
L’osservatorio “Novice Dirvers”, pur essendo stato pubblicato ormai 17 anni fa, mostra una situazione ancora oggi molto attuale e preoccupate. Secondo il rapporto, gli incidenti stradali sono la più grande causa di morte tra i giovani tra 15 e i 24 anni nei Paesi dell’OCSE. I neopatentati di età inferiore ai 25 anni rappresentano infatti la porzione maggiore di persone che perdono la vita sulle strade di tutto il mondo.
Gli incidenti che coinvolgono i giovani guidatori avvengono in condizioni diverse rispetto a quelli dei conducenti esperti. La maggior parte si verifica infatti di notte e nella stragrande maggioranza dei casi non coinvolge altri veicoli. La dinamica “standard” di questi scontri è presente anche nelle cronache di tutti i giorni: a causa della troppa velocità, il conducente perde il controllo del proprio veicolo finendo fuori strada.
Questo fenomeno è conseguenza del fatto che questa fascia d’età tende a sopravvalutare le proprie competenze, sottovalutando la complessità delle situazioni che possono verificarsi. La forte velocità è inoltre uno dei fattori che comportano la maggiore quantità di incidenti che coinvolgono i guidatori maschi rispetto alle femmine.
Oltre a cause ben note come l’eccessiva velocità, la poca esperienza di guida e l’uso di alcool e droghe, la grande quantità di scontri in auto fra giovanissimi è dovuta anche a fattori fisiologici. Gli studi hanno dimostrato che anche dopo i 18 anni il cervello umano è ancora in fase di sviluppo, in particolare nelle aree che si occupano delle funzioni di esecuzione come la pianificazione, il controllo degli impulsi, il ragionamento e l’integrazione delle informazioni.
La maturazione tardiva di alcune parti del cervello non è l’unico aspetto biologico rilevante per i rischi legati alla sicurezza stradale. Esiste anche una correlazione tra la ricerca delle emozioni forti e i livelli di testosterone, che fornisce una spiegazione molto semplice del perché gli uomini siano più propensi a manifestare un comportamento a rischio rispetto alle donne.
“I ragazzi tra i 18 e i 21 anni – ha sottolineato Spanò – hanno dei meccanismi psicologici con la propria auto che molto spesso li mettono in pericolo. Non hanno l’attenzione al volante tipica di una persona matura, utilizzano il mezzo come ‘trasferimento’ del loro testosterone”.
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A quasi 20 anni di distanza, l’attuale situazione non sembra cambiata di molto rispetto al quadro riportato dall’osservatorio. Secondo i dati Istat sugli incidenti stradali del 2021, sono stati 365 i giovani tra i 15 e i 24 anni morti sulle strade italiane: praticamente una persona al giorno. Numeri che appaiono ancora più preoccupanti se si pensa che l’anno di rilevazione è stato fortemente condizionato dal lockdown.
L’Istat ha anche rivelato le tre cause principali degli scontri tra veicoli:
- distrazione (15,4%)
- mancato rispetto della precedenza (14,3%)
- velocità elevata (10%)
Situazioni che si allineano perfettamente a quelle elencate nel rapporto “Novice Drivers”. Già nel 2006 questa ricerca sottolineava la necessità di adottare misure dedicate ai neopatentati per contrastare gli effetti negativi causati dall’immaturità e dall’inesperienza dei giovani guidatori.
Alcuni esempi possono essere una maggiore esperienza pre-rilascio della patente, accresciuta per mezzo di un’esperienza supervisionata (tirocinio) ma anche controlli più stretti durante le prime fasi di guida “solista” attraverso misure come livelli di alcol consentiti più bassi e restrizioni sui tempi di guida notturna o con altri passeggeri.
Soluzioni che sicuramente avranno attirato l’attenzione di Giulia Barillaro, spingendola a proporre l’emendamento che porta il nome di suo figlio. Una decisione presa anche a seguito di una sentenza poco equa rispetto al danno provocato.
“Il figlio di Giulia – racconta Spanò – è morto perché il conducente dell’auto su cui viaggiava stava andando almeno al doppio della velocità consentita lungo la curva maledetta in cui è avvenuto l’incidente. Questa persona ha deciso di patteggiare. In questo modo, oltre a evitare la detenzione, si è vista solamente sospendere la patente per due anni. Nonostante abbia commesso un omicidio colposo da incidente automobilistico, non ha fatto un giorno di carcere e non lo farà mai. Essendo lui un 18enne incensurato il giudice non poteva fare altro”.
In caso di approvazione, l’emendamento, oltre a punire i trasgressori con multe che oscillano dagli 800 ai 3.200 euro, nei casi di condotta più grave porterebbe anche all’arresto da sei mesi a un anno.
Una decisone “frutto della volontà – ha dichiarato il direttore delle risorse umane della Luiss – di paragonare la sanzione da noi proposta a quella relativa alla guida in stato di ebbrezza. Siccome l’emendamento Edoardo è inerente a un divieto, nel momento in cui non lo si rispetta si riceve innanzitutto una sanzione. La pena più severa, quella che prevede l’arresto da sei mesi a un anno è invece un combinato disposto di norma. Se tu, neopatentato, oltre a non rispettare il divieto, provochi un incidente la pena, ovviamente, aumenta“.
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Un emendamento ancora in standby
Dopo la sua presentazione in Senato avvenuta la scorsa estate, l’emendamento Edoardo è ancora in attesa di approvazione. Tempistiche che rischiano di dilatarsi ulteriormente dal momento che Ernesto Magorno, il senatore di Italia Viva che ha formalmente presentato la modifica al Cds in Parlamento, non è stato rinominato alle elezioni politiche dello scorso settembre.
“Purtroppo rispetto ad agosto – sottolinea Spanò – la situazione non è cambiata di molto. Sia io che Giulia abbiamo provato a sentire le varie forze politiche. Purtroppo l’argomento è estremamente divisorio. Negli scorsi mesi l’onorevole Matteo Salvini anche sui suoi canali social ha rimesso al centro il discorso dell’educazione stradale. Sta iniziando a intervenire volendo creare anche un tavolo di discussione a cui io e Giulia abbiamo chiesto se possiamo partecipare“.
Nonostante la staticità delle istituzioni il direttore delle risorse umane della Luiss rimane fiducioso rispetto all’approvazione dell’emendamento. “Siamo in una fase di propulsione – conclude – della nostra idea. Anche la stampa sta facendo molto, dando molto spazio e parlando tanto dell’emendamento Edoardo. Perché quello delle vittime della strada è un fenomeno che deve essere affrontato dallo Stato: a Milano per esempio si è parlato della Zona 30 km/h in tutta città. A un certo punto bisogna reagire a questo dramma, qualcosa bisogna fare”.
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