L’Europa ha le risorse minerarie, ma mancano le miniere
Secondo T&E il 68% della capacità attesa delle Gigafactory europee, come quella che dovrebbe aprire a Termoli, per un totale produttivo di 1,2 Terawattora, è a rischio proprio a causa della mancanza di miniere.
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L’Europa ha progetti ambiziosi per quanto riguarda la mobilità green e l’indipendenza energetica, ma dipende ancora molto dai Paesi dove viene prodotta materia prima utile a questi scopi. In Unione, infatti, mancano le miniere (o, almeno, mancano quelle “giuste”). Nella maggior parte dei siti europei si estrae infatti carbone: stiamo parlando di otto su dieci tra le più grandi miniere a cielo aperto, soprattutto in Polonia e in Germania, e di tre di quelle sotterranee.
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IN EUROPA MANCANO LE MINIERE
Per il resto ci si concentra su rame e minerali ferrosi, ma senza l’estrazione di metalli “green” non ci smarcheremo mai dalla Cina e dagli altri Paesi esportatori. E comunque, stando a quanto rileva uno studio Ku Leuven, Università cattolica di Lovanio, per Eurmetaux, entro il 2040 potremo estrarre solo il 50% del rame attualmente prodotto nelle miniere europee.
Secondo Bruxelles entro il 2030 dovremmo poter produrre in autonomia il 10% del fabbisogno di quelli che vengono definiti materiali critici (si pensi a ciò che ci è mancato durante e in seguito alla pandemia di Covid e allo chip shortage).
Di terre rare, però, in Europa al momento non ce ne sono, o meglio non se ne estraggono. Tutto arriva da Pechino e le quantità sono limitate.
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Tra le materie critiche figurano proprio quelli magnetici necessari per batterie e impianti eolici, neodimio e praseodimio. Per quanto riguarda il cobalto (sottoprodotto del nickel, che arriva da Finlandia e Svezia, dove si concentra l’1% della produzione globale), siamo coperti. Grazie agli impianti di raffinazione riusciamo a produrre i solfati di cobalto necessari per la produzione delle batterie (in Finlandia e Belgio), ma le quantità non sono sufficienti e dobbiamo comunque importare l’80% del valore. Altro materiale critico è il litio, che arriva dal Portogallo in quantità minime.
I metalli del futuro ci sono anche in Europa
A quanto pare, quindi, non è vero che non ci sono questi metalli (sono infatti presenti in grandissime quantità in tutta la crosta terreste, Europa compresa e in quantità rilevanti) ma qui non sono ancora stati portati avanti progetti di estrazione.
Se l’Europa si muovesse nella direzione di aprire nuove miniere, secondo Transport & Environment, ben prima dello scadere dell’elettrificazione totale del parco auto comunitario (ovvero nel 2030) potremmo coprire circa il 10% dei nostri consumi di nickel e cobalto e soddisfare totalmente quelli di litio, grazie a 18 potenziali miniere tra Spagna, Francia, Germania e Balcani.
Secondo T&E il 68% della capacità attesa delle Gigafactory europee, come quella che dovrebbe aprire a Termoli, per un totale produttivo di 1,2 Terawattora, è a rischio proprio a causa della mancanza di miniere.
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