A giugno il mercato auto ha perso il 17,5% (ma l’anno scorso avevamo gli incentivi!)
Il canale dei privati ha fatto registrare una flessione clamorosa, superiore ai 29 punti percentuali (ma l'anno scorso a quest'ora registravamo i buoni risultati degli incentivi all’acquisto, che non esistono più). E oggi la market share dei privati è di appena il 51,3%.
In questo articolo
Una perdita a doppia cifra (-17,5%) per il mercato auto a giugno 2025: è vero, lo scorso anno giugno raccoglieva i frutti degli incentivi all’acquisto, che quest’anno lasciano un grande vuoto, ma comunque il mercato sta lanciando segnali. E non sono positivi.
“Gli incentivi fanno danni, quando ci sono e quando non ci sono – commenta Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia – Difficile confrontare un mese di giugno che ancora li attende con un mese di giugno in cui, dopo tanto attendere, arrivarono. E allora, invece che sperare in qualcosa dai privati che acquistano sempre meno, l’ultimo giorno di giugno è stato targato il 25% di tutte le targhe del mese, quasi 32 mila vetture e 4.669 veicoli commerciali. Di queste, in questo solo giorno, le targhe “tattiche” hanno contato, rispettivamente, per il 44% e il 48%. Mercato PC a -3,56%. Mercato LCV a -12,57%. Il nostro forecast spera in un recupero di 3 punti per le vetture e 2 punti per i veicoli commerciali. Io ancora sogno che tornino sul mercato auto dei segmenti A e B acquistabili fra i 10 e i 13 mila euro, nessun incentivo e nessuna multa. Sarebbe bello!”.
Ecco la fotografia del mercato scattata come ogni mese da Dataforce.
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Mercato auto a giugno 2025: un tonfo
A giugno sono state targate 133.275 automobili nuove (28.319 in meno rispetto allo stesso mese del 2024), con un saldo negativo del 17,52%. A frenare il mercato è stato il canale dei privati che, con una contrazione del 29,14%, ha perso 28.121 immatricolazioni, cioè esattamente tutto il passivo accumulato il mese scorso dalle Passenger Cars. Nel sesto mese dell’anno non è arrivato in soccorso il noleggio a lungo termine: a maggio il NLT si è fermato a +2,48%, ossia ha targato appena 758 auto in più. Il risicato pareggio di giugno, peraltro identico a quello di maggio, è ascrivibile all’ottimo andamento delle immatricolazioni degli operatori captive (+21,51%), mentre i Top generalisti (e i loro clienti corporate) non possono che subire la stupidità della norma sul fringe benefit (-9,35%). In leggera flessione gli acquisti diretti business (-2,82%), negativo anche il canale delle auto-immatricolazioni, scese a giugno dell’11,96% (anche se quelle uso nolo crescono del 45%).
Con i risultati di giugno, la quota di mercato dei privati si attesta al 51,3%, anche se nel cumulato annuo si mantiene al 52% (comunque quasi 3,5 punti in meno dell’anno scorso). Il noleggio nel sesto mese dell’anno supera il 28% di market share (23,5% dal NLT, 4,9% dal NBT), ma su base annua è vicino al 33%.
L’analisi delle emissioni medie indica che le immatricolazioni del primo semestre si sono attestate a 116 g/km di CO2, il che porterebbe a un livello di sanzioni Cafe complessive di 1 miliardo e 863 milioni di euro, di cui ben 1 miliardo e 58 milioni attribuibili agli acquisti dei privati, che hanno raggiunto un livello di CO2 di 118 g/km, superiore alla media complessiva del mercato. Nettamente superiori (ma in leggera flessione) le emissioni del canale società: 132 g/km (per 165 milioni di euro di multe). Il comparto più virtuoso è invece il noleggio a lungo termine: 110 g/km di CO2, con un progressivo sanzioni di 320 milioni. Alta la media (ma in calo rispetto ai mesi precedenti) dei rent-a-car: 119 g/km per multe pari a 179 milioni di euro. Le auto-immatricolazioni, infine, “contribuiscono” per altri 142 milioni di euro, per con un livello medio di emissioni abbastanza virtuoso: 110 g/km (per la presenza di numerose BEV-PHEV immatricolate come demo e km zero).
Le diesel perdono il 26,5%
Tra le Passenger Cars, le auto a benzina hanno fatto segnare un arretramento del 18,5% a giugno e scendono attorno al 48,5% di quota. Le mild hybrid rimangono sopra, anche se solo di 1.500 unità, alle immatricolazioni di benzina senza sistema di ibridizzazione. Le diesel hanno registrato un arretramento del 26,5% nelle immatricolazioni e la quota di mercato è scesa al 16% (quasi 2 punti in meno). Le uniche tipologie di alimentazione in effettiva espansione sono quella plug-in hybrid, che a giugno è cresciuta del 71,3%, raggiungendo il 7,2% di quota, male le elettriche (-39,9%), male anche le auto a gpl (-22,5%). Persino le full hybrid sono in calo (-5,3%).
I piazzali pieni di auto-immatricolazioni
Questo mese Dataforce aggiorna l’analisi sullo stock di auto targate tra il 2023, il 2024 e i primi 6 mesi di quest’anno ancora ferme sui piazzali. Delle vetture auto-immatricolate negli ultimi 30 mesi, 432.000 unità (di cui quasi 270.000 sono a benzina), ben il 27,8% rimangono ancora invendute a cliente finale (la quota è in aumento rispetto ai mesi precedenti). Il dato potrebbe sembrare non particolarmente allarmante, ma lo diventa se si entra nel dettaglio della tipologia di alimentazione di queste km zero: oltre la metà delle plug-in hybrid (esattamente il 51,2%) sono ancora in stock (che cresce), mentre delle BEV già targate (quasi 24.000 unità) addirittura il 57,5% risulta ancora a terra. Da notare infine che, delle circa 432.000 km zero targate nel periodo 2023-2025, ben 245.000 sono dei marchi del Gruppo Stellantis e più di 50.000 del Gruppo Volkswagen.
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