Perché le auto elettriche costano troppo
Il costo delle batterie incide ancora pesantemente sul prezzo finale dell'auto elettrica. Allo stato attuale dell'offerta, la mobilità elettrica non è ancora adatta alle tasche di una famiglia italiana media.
In questo articolo
La tecnologia elettrica ha fatto grossi passi in avanti, ma allo stato attuale dell’offerta rimane ancora troppo costosa per la maggior parte degli acquirenti.
Spendere 30.000 euro per un’utilitaria non è una spesa che una famiglia italiana media possa fare con serenità ed è per questo che le auto elettriche, pur avendo alti tassi di crescita, rimangono per ora una nicchia del mercato (lo 0,5%, in Italia).
PERCHÉ LE AUTO ELETTRICHE COSTANO TROPPO
Ma perché, sono la tecnologia del futuro, gli EV (electric vehicle) costano ancora così tanto?
Leggi anche: L’auto elettrica conviene al 13% degli automobilisti, ma solo con ecobonus e ricarica domestica
IL PROBLEMA DELLE BATTERIE
Le batterie dell’auto elettrica, ciò che consente all’auto di viaggiare, sono di gran lunga la componente più costosa dell’auto.
Tutto il resto dell’architettura dell’auto, è estremamente semplificato rispetto a un’auto con motore termico. Per la precisione: semplificato, meno sottoposto a usura, con meno esigenze di manutenzione. Però ci sono le batterie.
Quanto costano le batterie?
Le batterie di un’utilitaria elettrica costano circa 10.000 euro. Naturalmente il loro costo dipende dalla loro potenza, espressa in kWh. Se un’utilitaria ha una batteria attorno ai 40-50 kWh, una macchina di segmento più alto può conteggiarne anche il doppio. Il prezzo raddoppia e triplica di conseguenza.
Al costo delle batterie aggiungiamo anche quello dell’istallazione della wallbox nel garage di casa (circa 1.500 euro), necessaria per la ricarica domestica in sicurezza.
Quanto durano le batterie?
L’altro problema delle batterie è che – a differenza del resto dell’auto elettrica, che salvo incidenti è praticamente “eterna” – hanno una data di scadenza. Quale? Non dipende strettamente né dai chilometri percorsi né dagli anni, ma dal numero di ricariche cui la batteria viene sottoposta. In ogni caso parliamo di una durata, con un uso standard dell’auto, di circa 7 anni. E poi?
Gradualmente, la batteria perde la sua capacità di ricaricarsi. A quel punto può essere “ripristinata”, intervenendo sulle singole celle che la compongono, o sostituita (con un prezzo che, ricordiamolo, è circa un terzo del valore dell’auto da nuova).
Approfondisci: Batterie delle auto elettriche: quanto ci mettono a degradarsi?
Per questo, una delle soluzioni migliori in caso di acquisto di auto elettrica è noleggiare a parte le batterie, per avere la certezza di un costo fisso e non trovarsi a dovere sostituire spese impreviste. Anche perché, come è logico, la batteria si svaluta molto più velocemente che non l’auto in sé.
GLI INCENTIVI
Per “spingere” sull’elettrificazione, alcuni governi nazionali hanno istituito politiche che premiano le auto elettriche e penalizzano quelle termiche. È il caso della Norvegia, il Paese dove l’elettrico pesa di più sull’immatricolato, o dell’Inghilterra, che ha annunciato recentemente di volere bloccare la vendita di auto endotermiche, anche di quelle ibride, entro il 2035.
Il bastone e la carota
Gli strumenti sono sempre due: il bastone e la carota. Da un lato tassare e penalizzare (con il divieto di ingresso in aree cittadine, ad esempio) l’auto endotermica, e, dall’altro, dare incentivi economici all’auto elettrica, finanziare e sostenere la rete di ricarica pubblica, defiscalizzare gli EV.
In Italia il mezzo scelto per incentivare l’auto elettrica è l’ecobonus, che prevede un massimo di 6.000 euro (per chi compra un EV rottamando un altro mezzo). Un bonus che incide troppo poco sul prezzo finale per permettere a una famiglia media di riconsiderare l’acquisto di un’auto elettrica.