Come funzionano i sistemi di visione notturna?
Concepiti per usi militari, i sistemi di visione notturna o night vision permettono di rilevare al buio persone, animali e oggetti, a una distanza maggiore rispetto ai fari dell’auto, sia anabbaglianti sia abbaglianti, migliorando così la sicurezza stradale.
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I sistemi di visione notturna, conosciuti anche con il nome di night vision, aiutano il driver a individuare con minor fatica e maggiore sicurezza eventuali ostacoli sulla carreggiata. Infatti, consentono di rilevare al buio oggetti, ma soprattutto pedoni e animali, a distanza maggiore di quella consentita dagli anabbaglianti (e pure oltre la portata degli abbaglianti).
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Due i sistemi di visione notturna in uso: attivo e passivo. Entrambi richiedono una telecamera, di solito piazzata dietro la griglia frontale. Nel primo caso, ci sono anche i proiettori a infrarossi (per illuminare a grande distanza la strada con una luce invisibile agli automobilisti e che quindi non abbaglia i loro occhi), collocati in genere all’interno dei gruppi ottici. L’immagine rilevata dalla telecamera viene poi visualizzata sullo schermo centrale della plancia o sul display della strumentazione.
COME FUNZIONANO I SISTEMI DI VISIONE NOTTURNA
Come anticipato in precedenza, ci sono due tipi di sistemi di visione notturna: attivo e passivo. Alcune Case utilizzano alcuni sistemi ibridi che sfruttano allo stesso tempo le due tecnologie. Ma vediamo in cosa consistono:
SISTEMI PASSIVI
Il sistema passivo si basa su una termocamera (o telecamera termografica), sensibile alla radiazione infrarossa e in grado di catturare le radiazioni termiche emesse da oggetti, animali ed esseri umani.
Malgrado il nome possa far pensare a caratteristiche tecniche peggiori rispetto al sistema attivo, forniscono un risultato migliore in tutte le condizioni atmosferiche (nebbia, forte pioggia). Inoltre raggiungono anche i 300 metri di distanza, mentre hanno più problemi quando vengono utilizzati a temperature più elevate.
SISTEMI ATTIVI
I sistemi di visione notturna attiva possono invece contare su un raggio d’azione più breve (circa 150-200 metri), però forniscono immagini più realistiche.
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Questa tecnologia sfrutta un illuminatore a infrarossi che nella maggior parte dei casi fa parte dei gruppi ottici anteriori, con il supporto di una videocamera posizionata più in alto per una miglior visione della carreggiata.
UN ACCESSORIO DI LUSSO
I sistemi di visione notturna sono congegni sofisticati e costosi. Si tratta di una tecnologia che arriva dal settore elettronico (perché già utilizzata su telecamere e apparecchiature ottiche speciali), nata per impieghi bellici, la cui utilità è stata in parte limitata dai nuovi fari a matrice di Led (anch’essi un accessorio di fascia alta), che permettono di illuminare la strada in maniera molto efficace, anche in presenza di veicoli che precedono e che incrociano.
LA STORIA
I primi sistemi di visione notturna per auto sono stati montati sulla Cadillac DeVille del 2000. Erano dispositivi, di tipo passivo con rilevamento delle radiazioni termiche, sviluppati insieme alla statunitense Raytheon, non a caso una delle più importanti aziende nel campo delle forniture militari.
Una camera dietro la mascherina del radiatore captava le radiazioni a infrarossi e l’immagine trattata dal microprocessore veniva proiettata sul parabrezza. La Toyota, invece, è stata la prima a montare il sistema attivo night view sulla Land Cruiser nel 2002 (il dispositivo proiettava l’immagine processata dal computer sulla zona inferiore del parabrezza), seguita nel 2005 dalla Mercedes (a bordo della Classe S W221). Peugeot 508 ha introdotto nel segmento D il visore notturno, una chicca per un modello di un marchio generalista alto di gamma
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