Le 5 cose da sapere sul WLTP 3.0
Cos'è il WLTP, come funziona e a cosa serve? E, soprattutto, quali sono le conseguenze dei nuovi, più rigidi, standard sulle fasce di emissioni delle singole vetture? Lo riassumiamo qui, con il supporto degli esperti di CSI Automotive.
In questo articolo
Dal 1° gennaio 2021, per le nuove immatricolazioni di autoveicoli, al punto V.7 della carta di circolazione c’è il valore delle emissioni di Co2, rilevate secondo il più recente protocollo WLTP. L’addio al NEDC (il protocollo precedente) è dunque definitivo.
Già dal 2018, anno dell’introduzione del WLTP che si è affiancato al NEDC, il Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure – questo il nome completo – fu considerato un parametro più attendibile e vicino alla realtà. Da quest’anno, i suoi test per rilevare le emissioni diventano più severi e stringenti.
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5 COSE DA SAPERE SUL WLTP
1. Cos’è il WLTP
Il termine WLTP indica tutte le procedure adottate per calcolare i consumi e le emissioni degli autoveicoli. Il protocollo è stato sviluppato dall’Unece (United Nations Economics Commission fo Europe) ed è valido per tutti i mercati: Europa, Usa, Cina, Giappone, Russia e India. I test di WLTP simulano in laboratorio il comportamento della vettura su strade urbane, extraurbane e autostrade, con relative emissioni e dati di consumi.
I cicli di prova sono tre, identificati dal rapporto potenza/peso PWr (Power Weight Radio) espresso in kW/T (potenza nominale motore in kW/peso a vuoto della vettura espresso in tonnellate):
- Classe 1 – PWr <= 22
- Classe 2 – 22 <PWr <= 34
- Classe 3 – PWr> 34