L’auto del futuro (prossimo) sarà minimalista, modulare e tanto spaziosa

L'auto del futuro, quella che vedremo nel corso del decennio, mette definitivamente l'uomo e l'esperienza utente al centro: tanto spazio, e infinite possibilità di personalizzazione, in vetture naturalmente elettriche e autonoma che spostano il focus dal piacere di guida al piacere del viaggio.
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L’auto del futuro non è troppo lontana: i diversi concept visti negli ultimi tre anni hanno anticipato le tendenze dei costruttori di questo e del prossimo decennio, con alcune tecnologie già in atto, e altre in arrivo nel prossimo periodo.
Una vettura che, per quanto riguarda Italia ed Europa, tiene conto delle direzioni intraprese in termini di energia (infatti sono concept car elettriche), e soprattutto dell’individuo, della sua persona, dei suoi spazi: ecco perché avremo sempre di più auto orientate al comfort e diverse individuo per individuo, e sempre più con vocazione al piacere del viaggio, e non al piacere di guida.
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L’AUTO DEL FUTURO È MODULARE E PERSONALIZZABILE
La modularità non è una novità nel mondo automotive: attualmente, infatti, la quasi totalità delle piattaforme su cui sorgono le vetture sono modulari, ovvero possono essere ridimensionate in grande o in piccolo a seconda del segmento in cui si vuole inserire l’auto.
Ne è un esempio la celebre piattaforma MQB del gruppo Volkswagen (su cui sorgono le berline compatte e i crossover dei marchi Audi, Volkswagen, Seat, Skoda e Cupra) ma anche la CMP di Stellantis e la CMA di Volvo-Geely, mentre più recente è la E-GMP del gruppo Hyundai, che darà vita a tutte le nuove elettriche, di ogni forma e dimensione, marchiate Hyundai e Kia.
Per modularità, quindi, si intende la possibilità di aggiungere elementi all’auto (moduli appunto) da parte dell’utente, anche post-vendita. L’esempio più lampante, in questo caso, è italiano ed è rappresentato dalla Fiat Centoventi Concept, presentata nel 2019 e fin da subito indicata come la base su cui sorgerà la nuova Fiat Panda.
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Da buona tradizione dell’azienda di Torino, è un’auto pensata per essere pratica, e l’utente può in ogni momento scegliere di cambiarne conformazione: il tettuccio, per esempio, può essere ora “cabrio” (quindi apribile), ora contenitore, quindi aumentare la capacità di carico; o può essere un pannello solare, per mantenere carica la batteria.
La modularità riguarda anche gli interni, grazie a una speciale plancia “bucherellata” su cui appendere davvero qualsiasi cosa, in quanto tutta la parte tecnologica e multimediale è concentrata sul volante e sul display che sostituisce il cruscotto.
Infinite, poi, le possibilità di personalizzazione estetica, che danno ora l’aspetto di un crossover, ora quello di un’auto più ricercata, e con innumerevoli combinazioni cromatiche, con l’idea che ogni cliente abbia una vettura unica e personale, o per colore, o per scelta degli elementi, o per entrambe le cose.
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“LESS IS MORE”
Un altro elemento comune alle concept car presentate ultimamente è il minimalismo: il design delle vetture si presenta pulitissimo, privo ormai di qualsiasi ingombro, anche dei loghi, non più di metallo tridimensionale, ma sostituiti dai LED, che ormai, in diverse tecnologie, fanno parte delle auto al 100%.
Rimosso anche il vetro, che anticipa la tendenza di fare fari sottilissimi dalle trame più disparate: c’è chi, come Volvo Concept Recharge, richiama la tradizione norrena, evolvendo ulteriormente il “martello di Thor” che distingue le svedesi dalle altre sin dal 2015, con l’arrivo della XC90.
Renault, con la Renault 4 Concept e la Megane e-Vision, invece, dà vita a disegni più arzigogolati (ma sempre sottilissimi), che confluiscono nel nuovo logo, un po’ futuristico un po’ retrò, pensato apposta per gli schermi e per i LED.
Carrozzerie levigate, che abbandonano in parte le forme squadrate degli ultimi anni, in favore di un design più morbido. Prive di maniglie delle portiere – queste ultime, spesso ad armadio, automatiche, o sbloccabili da smartphone; prive di specchietti, sempre più sostituiti da telecamere, ma caratterizzate da forme affusolate, e guida rialzata, per allontanarsi dai tanto contestati SUV, ma senza tornare alle berline.
Auto di nuova concezione, quindi, che come dimostra la Volvo Concept Recharge – probabilmente, la prossima XC90 – propongono ampie vetrate, e spazio ottimizzato da vero salotto, sia per gli occupanti che per i bagagli, perché è il viaggio e l’esperienza dell’utente sono i due punti chiave dei nuovi veicoli.
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COMFORT E TECNOLOGIA
Infine, le prossime auto raggiungeranno livelli di comodità mai visti. Prima di tutto, quello che possiamo notare è che non ci saranno più sedili come siamo abituati ora, ma vere e proprie poltrone – spesso anche orientabili, o disposte frontalmente – di grande comfort, e pensate per l’interazione tra gli occupanti.
Questo, ovviamente, nell’ottica di auto a guida autonoma. Con il livello 4 praticamente ultimato, entro il 2030 potremmo vedere i primi modelli con guida autonoma di livello 5 – in un contesto dove anche l’Europa avrà trovato la quadra per quanto riguarda le auto che si guidano da sole.
Tecnologia riguarda anche la produzione: la stampa 3D è già molto usata, mentre come dimostra la nuovissima Pininfarina Teorema, è possibile sviluppare una concept car direttamente con Realtà Virtuale, con un risparmio anche sui costi.
Insomma: autonomia, comodità, personalizzazione, e sostenibilità, all’insegna di ogni ambito della tecnologia. Tutti segni che l’auto vuole mettere l’individuo, e l’ambiente al centro. Ci sono già dimostrazioni di concept car rimaste sostanzialmente invariate nel passaggio alla produzione di serie, come la Hyundai Ioniq 5.
Vedremo se questi “annunci” si riveleranno veritieri in toto, o solo in parte.
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