C’è futuro per le auto plug-in hybrid?
Le plug-in hybrid che futuro hanno, ora che i tempi per l'elettrico sono sempre più maturi? Il rapporto di IDTechEx non sembra delineare un futuro a lungo termine
In questo articolo
Con sempre più elettriche sul mercato, e sempre più vendute, viene da chiedersi se ci sia ancora spazio per la tecnologia da sempre considerata intermedia, quella delle auto ibride plug-in.
Per molti costruttori, come Volvo, Mercedes, Mini, Gruppo Volkswagen e Stellantis, è l’unica forma di ibrido proposta. Ma ha sempre destato molte perplessità, specialmente relative a un prezzo in molti casi pari a quello di un’elettrica pura, e ai costi di gestione.
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LE PLUG-IN HANNO MAI DECOLLATO?
La polemica più frequente sulle plug-in, sollevata anche da molti fleet manager, è che consumano a valori nettamente più alti del dichiarato. In generale questo è vero, ma vale per tutte le auto: sulla dinamica dei consumi dichiarati avevamo speso molte parole.
Va anche detto però che ancora oggi in pochi usano questi veicoli per come sono stati progettati, e la maggior parte di loro gira con la batteria completamente scarica, con conseguenze spiacevoli in termini di consumi ed emissioni.
A dire la verità, più che chiedersi se le plug-in hybrid avranno un futuro, è meglio riformulare il quesito e chiedersi se abbiano mai decollato. Se non per le aziende, quelle più grandi, che soprattutto per gli sgravi fiscali e per una questione d’immagine hanno progressivamente ridotto le auto diesel, tra i privati in Italia ha sempre avuto molto più successo la tecnologia full hybrid, introdotta prima da Toyota, e oggi molto usata anche da Renault, Nissan, Hyundai e Kia.
E, infatti, alcuni produttori, specialmente americani, hanno abbandonato le PHEV. General Motors, per esempio, non le ritiene più convenienti, tanto da aver ritirato anche il supporto nel Regno Unito, visto che anche i britannici erano restii a ricaricare la parte elettrica.
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DOPPIO VANTAGGIO O DOPPIO STRESS?
Il problema principale delle plug-in hybrid risiede proprio nella natura stessa. Potenzialmente possono fare molto per ridurre consumi ed emissioni, perché quando hanno la batteria carica, anche in autostrada, possono consumare davvero poco, specie se sono berline.
Ma nell’atto pratico, proprio la loro natura le rende sconvenienti. Vendute sempre come le vetture con i consumi di un’elettrica, adatte alla città ma senza l’ansia da ricarica di un’elettrica, e nemmeno i suoi tempi; per molti possono addirittura rappresentare il peggio di entrambe le tecnologie, con il doppio dei costi (benzina ed elettricità), un serbatoio notevolmente ridotto e tempi di ricarica lunghi.
Già, perché salvo casi rari, e molto premium, la maggior parte delle auto ibride plug-in supporta solo la ricarica in corrente alternata. Questa va bene per un uso urbano: si percorrono i meno di 50 km giornalieri, e si ricarica a casa, in ufficio, mentre si fa shopping e altro. Ma quando si va fuori, una volta finita la batteria non avrebbe senso mettersi a ricaricare la batteria, con conseguenze spiacevoli per i consumi che si vanno anche molto alti.
Aggiungiamo, infine, che si sente tutto il peso di solito 300 kg superiore alla controparte a benzina, e motori mai adeguati a sopportarlo se non per rare eccezioni, dato che si tratta di 1.5, 1.6 e non di più, e si può iniziare a intuire il motivo di tutti questi dubbi, unito appunto a listini e canoni di noleggi non democratici.
Secondo un recente rapporto di IDTechEx, “Non c’è assolutamente nulla che possa invertire la diminuzione della quota di mercato delle ibride plug-in, portando a una diminuzione delle vendite”. Perché, a quanto detto, si unisce anche l’aumento esponenziale delle colonnine di ricarica, anche in Italia, che riduce la famosa ansia da ricarica.
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PLUG-IN A RICARICA RAPIDA
Un cambio di tendenza potrebbe esserci, con le plug-in hybrid a ricarica rapida che non siano solo di brand premium.
In quel caso, come dimostrato anche dalla recente Skoda Superb, la convenienza potrebbe esserci. A ogni sosta, infatti, la batteria scarica potrebbe essere ricaricata velocemente, in meno di 15-20 minuti, potendo quindi mantenere una media di consumi buona per tutto il viaggio, e quindi aumentando l’autonomia potenziale totale della vettura.
Aggiungiamoci inoltre che in generale anche le plug-in hybrid hanno aumentato la percorrenza media in elettrico, superando i 100 km, e anche il lavoro in simbiosi con la controparte termica.
Ma, forse, se sono state sempre viste come soluzione intermedia, è normale e quasi “naturale” che si stiano prestando a lasciare il posto a vetture completamente elettriche.
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