Cosa succede quando la colonnina di ricarica è occupata abusivamente?
Non bisogna sottovalutare il problema delle colonnine di ricarica occupate abusivamente da auto termiche o auto elettriche non in carica: il Codice della Strada prevede delle sanzioni, mentre i provider stessi hanno tariffe ad hoc per chi lascia l'auto anche quando ha finito di ricaricare. Ma, spesso, non basta.
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Uno dei problemi, spesso poco considerati, che riguardano chi gira a bordo di una vettura elettrica è quello relativo alla colonnina di ricarica occupata abusivamente.
Un comportamento incivile che, purtroppo, in Italia è molto diffuso, non solo da chi ha l’auto termica: spesso, anche i proprietari delle auto elettriche lasciano l’auto alle colonnine, o senza proprio ricaricarla, oppure lasciandole a lungo dopo che la ricarica è terminata.
Questo comportamento, fortunatamente, è già stato reso illegale. Purtroppo, però, non sempre la pratica “accontenta” la teoria.
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COLONNINA DI RICARICA OCCUPATA: COSA DICE LA LEGGE
Il provvedimento è già stato preso dal Governo, che dal gennaio del 2017 ha provveduto ad aggiornare il Codice della Strada con sanzioni dedicate e anche la rimozione forzata. Nello specifico, il DL 257 del 16 dicembre 2016 ha aggiornato l’articolo 158 del Codice, quello con l’elenco di tutte le soste e fermate vietate, aggiungendo quelle negli spazi riservati alla sosta di veicoli elettrici in ricarica.
In questo modo, le colonnine di ricarica occupate abusivamente sono state rese equivalenti alle altre zone ad uso esclusivo, come quelle per il carico e scarico delle merci, o quelle per i veicoli di portatori di handicap. Va detto, tuttavia, che con la riforma del Codice della Strada del 2021 (qui per approfondire), la sosta in aree dedicate alla ricarica dei veicoli elettrici non è vietata dalle 23.00 alle 7.00.
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LE SANZIONI
Chi occupa abusivamente un’area di sosta dedicata alla ricarica dei veicoli elettrici, può incombere nelle seguenti sanzioni pecuniarie:
- Dai 40 ai 164 euro per i veicoli a due ruote;
- Da 86 a 338 euro per gli altri. In questo caso, se pagata entro 5 giorni, la sanzione può scendere a 28 e 59 euro.
Al momento, non sono previste decurtazioni di punti della patente per la colonnina di ricarica occupata, come invece succede a chi occupa le aree destinate ai disabili, a taxi e bus, e a veicoli di soccorso. Di recente, invece, è stato introdotto il cartello specifico, e la rimozione forzata.
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ATTENTI A NON “DIMENTICARE” L’AUTO IN CARICA
Le sanzioni sulla colonnina di ricarica occupata riguardano anche i proprietari di auto elettriche o ibride plug-in, i quali non devono pensare di poter lasciare l’auto alla colonnina di ricarica senza collegarla, perché non sono soste dedicate alle auto elettriche: qualora lo fossero, infatti, sarebbe chiaramente specificato, come avviene per esempio in alcuni parcheggi dedicati dal Comune di Verona a questi veicoli.
Allo stesso modo, collegare l’auto in carica non ci dà l’autorizzazione a lasciarla li per quanto ci pare. Dobbiamo fare attenzione a calcolare i tempi, in quanto viene considerata occupata abusivamente anche la colonnina di ricarica con veicolo collegato, i cui rifornimento è però terminato.
In tal senso, si può agire come nel caso delle auto termiche: chiamando i vigili. Ma ci hanno pensato anche gli stessi provider delle colonnine, con addebiti dedicati per invogliare i proprietari a liberare lo stallo una volta che la ricarica è finita.
Per esempio, Tesla nei suoi Supercharger dà agli utenti cinque minuti per andarsene, dopo i quali scatta la tariffa aggiuntiva di 35 centesimi ogni minuto di sosta abusiva. Enel X dal 2020 prevede la tariffa addizionale, con 30 minuti di tempo per liberare la colonnina di ricarica occupata, in seguito ai quali scattano tariffe di 9 centesimi ogni minuto per le prese AC, e 18 centesimi per le prese in DC.
Dal 2021, anche produttori come Wroom, Be Charge e A2A hanno adottato le stesse misure.
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CI SONO DEI MA
Le tariffe aggiuntive certamente sono utili, ed è un bene che le abbiano introdotte. Purtroppo, però, vanno a penalizzare solamente gli utenti collegati che però non ricaricano. Chi invece occupa la piazzola senza collegare la macchina, non viene penalizzato da questa misura.
Chiamare i vigili è quindi l’unica soluzione civile disponibile, ma i tempi non sono mai molto veloci. Possono servire anche ore prima che i vigili, che sappiamo essere pieni di segnalazioni di questo tipo, mandino qualcuno a liberare la sosta. Ci sono anche casi, però, in cui rispondono “Non ci possiamo fare nulla“, come è successo a chi scrive qualche tempo fa a Milano.
Come al solito, insomma, è una questione di responsabilità: come ai proprietari di auto endotermiche darebbe fastidio trovare auto elettriche e auto in generale parcheggiate di fianco a una pompa di benzina, così è sbagliato occupare le piazzole dedicate alla ricarica delle auto elettriche abusivamente, solo perché se no “non troviamo parcheggio”, o non vogliamo pagarlo.
E questo, in generale, non è un modo né intelligente né efficace per manifestare il proprio dissenso alla diffusione delle auto a batteria.
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