Effetto Musk: vendite Tesla a picco dopo la svolta politica di Elon
La sempre più attiva partecipazione di Elon Musk alla politica statunitense pare non fare molto bene al business Tesla.
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Sono targate Tesla le auto elettriche più vendute in Europa nel 2024, ma la classifica del prossimo anno potrebbe vedere una caduta in picchiata delle vetture prodotte dalla casa californiana. Il 2025 non è iniziato nei migliori dei modi per Tesla.
A gennaio, in Europa il brand ha segnato un calo del -47,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In Germania la perdita è del -59%, con immatricolazioni che si fermano a 1.277 unità. Ancora peggio in Francia, dove le vendite scendono del -63%; trend negativo anche nel Regno Unito con un -12%.
Crisi anche sul mercato cinese, dove le vendite Tesla sono diminuite dell’11,5% su base annua, non superando le 63.238 unità vendute nell’intera Cina. E persino in casa: in California (stato storicamente dem), le vendite Tesla sono diminuite del -12% nel 2024 e -7,6% registra la quota di mercato del brand.
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Colpa delle posizioni politiche di Elon Musk?
Gli analisti identificano il motivo di tale crollo nel recente attivismo politico di Elon Musk, membro attivo del governo statunitense di Donald Trump e sostenitore del partito di estrema destra AfD, oltre che fautore del movimento Make Europe Great Again, che punta a portare il nazionalismo americano anche nel vecchio continente.
Da quando Musk ha smesso di fare solo l’imprenditore per dedicarsi alla politica, il 59% delle persone interessate a una vettura elettrica sarebbero dissuase dallo scegliere una Tesla (fonte: Electrifying). Mentre, riporta Reuters, la percentuale di persone che hanno del brand un’opinione positiva è scesa dal 19% all’11%.
E le azioni di Musk hanno un impatto non soltanto sugli acquirenti, ma anche sul mercato. A misurare l’impatto economico finanziario dell’immagine e della reputazione delle aziende c’è il report Brand Finance, secondo cui Tesla si è indebolita del 19% rispetto allo scorso anno, passando da AAA- a un AA- nel brand rating. Il che avrebbe ridotto anche il valore del trademark, che passa da 52 a 43 miliardi di dollari (-26%).
Le Tesla sono un prodotto di lusso e in questo segmento, spiegano gli esperti Brand Finance, la sostenibilità ambientale, quella sociale e l’etica manageriale delle aziende continuano a essere cruciali per le vendite. Dal punto di vista etico, Tesla risulta considerata inferire agli altri 500 brand del mondo analizzati nel report, mentre resta alta se si osserva esclusivamente la sostenibilità ambientale.
No, la colpa non è (solo) di Musk…
C’è stato un tempo in cui anche coloro che di automobili non si erano mai interessati, acquistavano una Tesla per ammirazione nei confronti del suo ideatore. Oggi, avviene il contrario e sono parecchi gli automobilisti che specificano nero su bianco di aver comprato l’auto prima che “Elon perdesse la testa” – ad oggi si tratta dell’adesivo più acquistato su Amazon.
Tuttavia, non è possibile attribuire ai deliri di Elon Musk l’intera colpa del crollo Tesla. I motivi sono diversi e decisamente più concreti. Esaminiamoli caso per caso.
La Germania punta sui costruttori nazionali
In Germania Tesla non è ben voluta. Tutto è iniziato con la costruzione della gigafactory di Berlino, considerata un ecomostro dai residenti del luogo. Al punto da indire un referendum per bloccare l’espansione dello stabilimento (con il 70% dei voti a favore). C’è poi da considerare che l’industria tedesca si basa fortemente sull’automotive e l’avvento di brand stranieri è considerato un rischio per l’economia e l’occupazione nazionali.
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Così, nell’ultimo anno, gli automobilisti tedeschi hanno preferito acquistare case di brand locali, in primis Volkswagen e Bmw. Sono state 38mila le vetture vendute da Tesla, contro le 62mila di Volkswagen e le 40mila Bmw. Di certo non ha poi giovato il commento di Musk che, ospite di un evento AfD ha invitato i tedeschi a essere fieri della propria cultura senza “troppa attenzione ai sensi di colpa del passato”. Il tutto a pochi giorni dall’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz.
La mancanza di scorte e di novità
Le Tesla Model 3 e Model Y sono tra le più vendute in Europa, e lo sono da anni. Anche perché è da anni che Tesla non presenta alcuna novità di prodotto (se non futuristici e sognatori pick up e cybertaxi). La mancanza di nuove attrattive inizia a pesare in un mercato che, con l’avvento di concorrenti cinesi, vede presenti oltre 130 modelli di vetture elettriche di largo consumo.
Qualcosa di nuovo, in realtà, Tesla l’ha fatto, si tratta del profondo restyling della Model Y, battezzata Juniper. Finalmente la berlina si rinnova e si migliora, ma non senza problemi. Jupiter ha debuttato in Cina, per arrivare in Europa con una disponibilità molto limitata. Chi vuole acquistare una Tesla sceglie così di rimandare l’investimento e attendere l’arrivo del nuovo modello in concessionaria – dove oggi le Model Y 2025 sono pochissime.
Mancanze di scorte riguardano anche gli altri modelli in gamma, e ciò è dovuto alla strategia di vendita Tesla. Così come ogni anno, il brand ha spinto sulle vendite negli ultimi mesi del 2024 per chiudere l’anno con grandi numeri, a discapito degli stock disponibili a inizio 2025.
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