Elettrico: le case ci stanno ripensando?
Ford aveva annunciato di voler produrre solo auto elettriche dal 2030, ma di recente ha cambiato i piani parlando di auto endotermiche anche dopo quella data, e così anche Mercedes, General Motors e Volkswagen. Le cause? Non tanto un rallentamento della domanda, quanto un adattarsi al mercato
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Negli ultimi tre o quattro anni, abbiamo assistito a una sorta di euforia per quanto riguarda i veicoli elettrici. Tra il 2020 e il 2022, quasi tutti i costruttori si sono affrettati ad annunciare date in cui avrebbero prodotto esclusivamente auto elettriche, molto spesso ben prima dei limiti imposti dalle istituzioni come l’Unione Europea o la California, annunciando tra l’altro impressionanti ambizioni di vendita.
Eppure, la realtà per molti di loro si è rivelata molto più difficile del previsto. Negli ultimi mesi, abbiamo visto Ford, Volkswagen, Mercedes, JLR e General Motors ripensare i loro piani, ridimensionandoli e ritardando la fatidica data in cui si concentreranno solo su questa tecnologia.
I motivi sono molteplici, e se effettivamente c’è stato un generale calo della domanda in molte aree dell’Occidente, il successo che altri costruttori stanno avendo con le elettriche lascia pensare che le cause siano altre.
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COSA STA SUCCEDENDO CON LE AUTO ELETTRICHE?
L’ultima è stata Ford, che ha visto un grande ripensamento, tanto che negli USA ha chiesto ai concessionari di investire meno sull’elettrico. Nel corso di mese di maggio, il colosso americano ha annunciato che continuerà a produrre modelli termici anche dopo il 2030, andando contro l’ambizioso obiettivo che l’aveva vista tra i primi costruttori a voler rinunciare completamente al motore endotermico in favore di quello elettrico.
Ford parla comunque di futuro completamente elettrico, ma a con più calma. “Quello che abbiamo visto nel 2021 e nel 2022 è stato un picco temporaneo del mercato dove la domanda di veicoli elettrici è davvero esplosa,” ha detto Marin Gjaja, Chief Operating Officer dell’unità EV di Ford, alla CNBC. “Sta ancora crescendo, ma non al ritmo che pensavamo potesse avere nel 2021, 2022.“.
Ford sta aumentando significativamente la produzione e le vendite di modelli ibridi, che possono facilitare la transizione ai veicoli elettrificati per i conducenti che potrebbero non essere ancora pronti per i modelli completamente elettrici. E come Ford anche General Motors, che con Cadillac e Chevrolet aveva ugualmente ambizioni importanti, ha deciso di prenderla più lentamente inserendo nel suo piano industriali diversi veicoli ibridi plug-in di fianco a full electric e benzina.
Uguale Mercedes, la quale però ha fin da subito adottato un approccio più tranquillo e a lungo termine. Di recente, l’AD Ola Källenius ha riconfermato questo approccio con un portafoglio prodotti che includa sia veicoli elettrici che veicoli ibridi e a combustione, puntando su un miglioramento dell’efficienza.
Non va comunque visto come un passo indietro, ma un adattamento alla domanda: Ford continua a lavorare a progetti come la conversione della fabbrica di Colonia, dove produceva la Fiesta, alla sola produzione di elettriche; Mercedes punta sempre a una flotta di nuove auto a zero emissioni entro il 2039, ma come tutti i tedeschi non guarda solo all’elettrico.
Altri produttori, come Volvo, invece vedono un prospetto diverso: anche in mercati come l’Italia, Volvo continua ad aumentare le vendite di vetture elettriche, rimanendo coerente quindi con i suoi piani. Merito certo dell’introduzione della Volvo EX30, la piccola di casa che è balzata subito nella top 5 delle elettriche più vendute in molti paesi, tra cui il nostro.
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LA DOMANDA DI AUTO ELETTRICHE
Eppure, nonostante si parli di calo della domanda, non sembra così. Secondo gli ultimi dati, nei primi mesi del 2024 le immatricolazioni di auto elettriche (che però includono anche le PHEV) sono aumentate del 19% rispetto allo stesso periodo del 2023, e del 7% tra 2023 e 2024.
La Tesla Model Y si conferma l’auto elettrica più venduta al mondo, ma se andiamo a vedere la classifica il resto delle auto è fondamentalmente cinese. Dopo Tesla, abbiamo:
- BYD Song (BEV+PHEV) con 118.985 unità
- BYD Qin Plus (BEV+PHEV) con 64.616 unità
- Tesla Model 3 con 41.035 unità
- BYD Seagull con 30.466 unità
- BYD Yuan Plus / Atto 3 con 29.182 unità
- BYD Han (BEV+PHEV) con 23.138 unità
- BYD Destroyer 05 con 19.153 unità
- Aito M7 con 18.512 unità
- BYD Dolphin con 17.959 unità
- Wuling HongGuang Mini EV con 16.046 unità
- Aion S con 15.009 unità
- Volkwagen ID.4 con 13.650 unità
- Aion Y con 13.496 unità
- BYD Tang (BEV+PHEV) con 13.271 unità
- Changan Lumin con 12.231 unità
- Wuling Bingo con 12.136 unità
- Li Xiang L7 con 12.068 unità
- Volkswagen ID.3 con 10.167 unità
- BYD Denza D9 (BEV+PHEV) con 10.36
Analizzando la claddifica, oltre a una certa predominanza di BYD, vediamo che molti sono modelli venduti solo in Cina, che conferma la Repubblica Popolare come principale mercato. I principali marchi sono BYD, che nel 2024 ha ben oltre 100.000 auto in più immatricolate, Tesla, BMW, Mercedes, Volvo e Volkswagen. Ford, ad esempio, nel mercato elettrico è al 18esimo posto, davanti a Jeep che però ha un solo modello a batterie e venduto solo in Europa.
La domanda, quindi, sembra rallentata in Occidente, sia in Europa che negli USA. Nel Vecchio Continente il 2023 è stato il miglior anno, e le elettriche crescono ancora in Francia, in Spagna, in Belgio e in Danimarca, oltre che in Norvegia. C’è però un calo in Germania (che ha tolto gli incentivi), in Svezia e nella solita Italia, che a maggio è di nuovo ultima tra i 5 mercati europei per immatricolato BEV, e che ci ha messo solo sei mesi ad approvare gli incentivi, bloccando il mercato.
Per quanto riguarda gli USA, le vendite di elettriche hanno raggiunto il record di 1,2 milioni di unità l’anno scorso, rappresentando il 7,6% del mercato nazionale complessivo, secondo le stime di Cox Automotive. Questa quota è prevista aumentare tra il 30% e il 39% entro la fine del decennio, secondo le previsioni degli analisti.
“La transizione del mercato verso i veicoli elettrici non sarebbe mai stata fluida, e ci aspettavamo un rallentamento di questo passaggio man mano che i primi acquirenti fossero soddisfatti,” ha detto Sam Fiorani, vicepresidente delle previsioni globali sui veicoli presso AutoForecast Solutions. “Passare a compratori meno esperti di tecnologia rallenterà la crescita della quota di mercato degli EV nei prossimi anni.”.
Insomma, come sempre, è normale che ci siano anni più proficui di altri, specie quelli iniziali. E il contesto internazionale, oltre che politico, non aiuta.
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RINCORSA IN RITARDO
È chiaro, però, che i produttori occidentali subiscono il loro ritardo nei confronti di quelli cinesi, che investono in questa tecnologia da molto più tempo.
Lo aveva detto anche Luca De Meo che c’è un gap di 10 anni da colmare, e se Renault è tra quelli che ha iniziato a crederci per prima, altri devono ripensare. Volkswagen stessa, ad esempio, ha ammesso il risultato sotto le aspettative della gamma ID., dovuto sia alla piattaforma che alla scelta della nomenclatura e per questo le prossime auto torneranno a chiamarsi con nomi più familiari ai clienti, come Golf e Polo.
Vedremo come andrà nel resto del 2024, e quali produttori occidentali decideranno di unire le forze, sempre per citare De Meo, per risollevare le vendite dei loro veicoli elettrici. Resta da dire, comunque, che l’obiettivo europeo/americano è nel 2035, le case non sono obbligate ad andare di fretta. E fin da subito abbiamo detto che il Fit For 55 parla di auto a emissioni zero, che non significa necessariamente elettriche.
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