Cosa sono i PUMS e perché così tante città italiane li stanno adottando

Il PUMS, Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, è lo strumento attraverso il quale le grandi città, italiane ed europee, stanno rivoluziando il modo di muoversi dei cittadini.
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PUMS, forse non avete mai sentito questa parola prima, seppur ne stiate già vivendo gli effetti. Il PUMS è, oggi, tra le priorità di quasi tutti i più grandi comuni italiani, nonché di molte città europee.
PUMS vuol dire Piano Urbano Mobilità Sostenibile, ossia un piano strategico volto a soddisfare la necessità di mobilità delle persone e delle merci, migliorando al contempo la qualità della vita nelle città e nei loro dintorni.
Il PUMS è dunque, così come riportato dall’Osservatorio PUMS, qualcosa che “riguarda tutti i modi e le forme di trasporto presenti sull’intero agglomerato urbano, pubbliche e private, passeggeri e merci, motorizzate e non motorizzate, di circolazione e sosta”.
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IL PUMS SECONDO L’UNIONE EUROPEA
Senza sorprese, il concetto di PUMS nasce in seno all’Unione Europea, nell’ottica di migliorare la qualità e le prestazioni ambientali delle aree urbane degli stati membri, così da assicurare un ambiente di vita più sano in un complessivo quadro di sostenibilità economica e sociale. Tutti, insomma, devono poter usufruire del proprio diritto a muoversi, senza che questo gravi sulla collettività in termini di inquinamento atmosferico, acustico, di congestione e incidentalità.
Sempre secondo l’Unione, affinché un PUMS sia davvero sostenibile, dunque degno del proprio nome, deve necessariamente perseguire almeno i seguenti obiettivi:
- migliorare l’accessibilità per tutti, senza distinzioni di reddito o status sociale
- accrescere la qualità della vita e l’attrattività dell’ambiente urbano
- migliorare la sicurezza stradale e la salute pubblica
- ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, le emissioni di gas serra e il consumo di energia
- essere fattibile a livello economico e in termini di equità sociale e qualità ambientale
IL PUMS IN ITALIA
In Italia il concetto di PUMS è arrivato ufficialmente nel 2017, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti recante l’”Individuazione delle linee guida per i piani urbani di mobilità sostenibile”, successivamente aggiornato con un Decreto dell’agosto 2019.
Il Decreto ha reso l’adozione del PUMS obbligatoria per tutti i comuni con più di 100.000 abitanti – ad eccezione di quelli che ricadono in una città metropolitana che abbia già definito un proprio piano – pena l’esclusione dai finanziamenti statali destinati a nuovi interventi per il trasporto rapido di massa. Vediamo allora in cosa consiste il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile delle principali città italiane.
Milano
Il PUMS meneghino ha come obiettivi principali:
- riduzione di emissioni di CO2 dagli attuali 854 kt ai 619 kt annui
- eliminazione dei veicoli più inquinanti
- riduzione del tasso di motorizzazione da 518 a 460 veicoli ogni 1000 abitanti
Per farlo, ha spiegato l’Assessore alla Sicurezza e Protezione Civile Marco Granelli, la giunta comunale ha attuato strategie volte a “potenziare il trasporto pubblico” che entro il 2030, dovrebbe raggiungere quasi 200 km di linee metropolitane, “per evitare il traffico e la congestione e trasformare marciapiedi e piazze in luoghi di vita e mobilità”. Una mobilità a due ruote, grazie ai nuovi 60 km di piste ciclabili, (realizzate non senza qualche polemica), e sostenibile. I motori non sono infatti esclusi dal PUMS di Milano, purché siano elettrici, abilitati cioè all’accesso all’area C, a quella B – che si estenderà nei prossimi anni – e alle prossime Zero Emission Zone.
Per quel che riguarda la grande mole di auto in sosta, invece, Milano sta lavorando alla realizzazione di “parcheggi sotterranei, in convenzione con privati, dedicati ai residenti”. Per quel che riguarda l’incentivazione all’acquisto e utilizzo di auto elettriche, il Comune ha previsto l’installazione di oltre 10.400 punti di ricarica, di cui 1.040 sul suolo pubblico. Limiti chilometrici annuali, infine, si prospettano per le vetture più inquinanti.