Miniguida sulle emissioni delle auto: quali sono e in cosa si differenziano?
Le emissioni auto più conosciute sono certamente quelle di CO2 (anidride carbonica), ma ci sono anche le emissioni di particolato e le emissioni di ossido di azoto. Vediamo in cosa consistono e come si differenziano tra loro.
In questo articolo
Le più recenti normative europee hanno acceso i riflettori sulle emissioni delle auto. Un tema con cui le Case, le flotte aziendali e, in generale, gli automobilisti dovranno gioco forza confrontarsi nei prossimi anni. In particolare, a finire nel mirino sono le emissioni CO2 delle auto, ovvero quelle di anidride carbonica.
Le Case auto dovranno rispettare norme sempre più stringenti sulle emissioni di CO2, rese ancora più severe dall’entrata in vigore del ciclo di omologazione WLTP, e, se non lo faranno, saranno costrette a pagare multe salate. Anche per questo le auto elettriche e le auto ibride, che come sappiamo sono caratterizzate da emissioni inferiori rispetto a quelle termiche, sono sempre in maggiore ascesa sul mercato. Ma non c’è solo la CO2: ci sono anche altre tipologie di emissioni auto che influiscono sull’inquinamento e meritano di essere considerate e conosciute dal pubblico. Vediamo quali sono.
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GUIDA SULLE EMISSIONI AUTO
ANIDRIDE CARBONICA (CO2)
La più nota tra le emissioni delle auto è certamente l’anidride carbonica, meglio conosciuta come CO2.
Cos’è la CO2
La CO2, dal punto di vista scientifico, è un gas a effetto serra. Può provenire da fonti naturali o dalla combustione di combustibili fossili, come accade nelle auto. Per questo le vetture a benzina e gasolio emettono una maggior quantità di anidride carbonica, che viene misurata in grammi al chilometro.
Il problema è che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera contribuisce al riscaldamento globale del Pianeta. Per questo, la riduzione delle emissioni di CO2 auto (ma anche provenienti da altre fonti) costituisce uno degli obiettivi principali per contrastare i cambiamenti climatici. Non a caso, per disincentivare l’acquisto di vetture con alti livelli di CO2 e agevolare, al contrario, quello di vetture pulite è stata introdotta la tanto discussa normativa del bonus malus .
Come si calcolano le emissioni di CO2
Per calcolare quanta anidride carbonica un’auto emette ogni anno occorre moltiplicare il numero di chilometri effettuati in dodici mesi per il valore di emissioni Co2 riportato sul libretto di circolazione della macchina.
OSSIDI DI AZOTO (NOX)
Un altro parametro di emissione dell’auto salito alla ribalta con il dieselgate è l’ossido di azoto. La sigla NOx identifica tutti gli ossidi di azoto, in gran parte generati durante i processi di combustione. I vecchi motori diesel, in particolare, producono grandi quantità di NOx.
L‘inquinamento da NOx è di conseguenza più elevato nelle aree urbane che fuori citta. Un problema che è stato affrontato negli ultimi anni, ma che non è stato ancora ridotto del tutto. Nonostante, per esempio, in Germania le emissioni di NOx siano già state ridotte di poco meno del 70% tra il 1990 e il 2015, e necessario ridurle ulteriormente utilizzando la tecnologia disponibile.
PARTICOLATO (PM10 e PM 2,5)
Il particolato consiste invece in una miscela complessa di particelle solide e liquide, e si differenzia in base al diametro: le PM10 hanno un diametro massimo di 10 micrometri, mentre le PM 2,5 hanno un diametro inferiore. Ci sono poi, infine, le particelle ultrafini, con un diametro inferiore a 0,1 micrometri.
Le principali fonti di particolato sono l’agricoltura, l’industria, le centrali elettriche, i forni e gli impianti di riscaldamento nei condomini, oltre alle auto che circolano in strada. Un’ampia percentuale delle polveri sottili (particolato) nel traffico stradale non viene generata durante la combustione del carburante, bensì è causata dall’usura del manto stradale, degli pneumatici e dei freni. Concludendo, dunque, le emissioni delle auto non dipendono solo dal motore.