Ti spiego in modo semplicissimo come funziona una stazione di rifornimento per l’idrogeno
Fare il pieno di idrogeno infatti ci “ruba” pochissimi minuti, ma come funziona, davvero, una stazione di rifornimento a idrogeno? Scopriamolo insieme.
In questo articolo
Oggi parliamo di un’infrastruttura fondamentale per la mobilità sostenibile: le stazioni di rifornimento a idrogeno. Un impianto complesso, ma affascinante, che rappresenta una delle chiavi per la transizione energetica.
I veicoli a idrogeno infatti rappresentano la perfetta unione tra la mobilità elettrica a zero emissioni, dato che un’auto a idrogeno è a tutti gli effetti un’auto a batteria, qui vi abbiamo spiegato bene la differenza tra fuel cell e batterie, e la rapidità del rifornimento del motore a combustibile tradizionale.
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Come funziona un impianto per il rifornimento dell’idrogeno
L’idrogeno sta guadagnando sempre più attenzione utilizzato nei veicoli a celle a combustibile, perché consente di alimentare automobili, autobus e camion – è infatti ideale per i mezzi pesanti – emettendo solo vapore acqueo allo scarico.
L’impianto per il rifornimento è composto da 5 sezioni principali:
1. Ricezione o produzione dell’idrogeno
L’idrogeno può arrivare alla stazione tramite camion, tubazioni o trailer ad alta pressione, oppure può essere prodotto direttamente in loco tramite elettrolisi dell’acqua, utilizzando energia elettrica – idealmente da fonti rinnovabili.
2. Stoccaggio
Una volta prodotto o ricevuto, l’idrogeno viene immagazzinato in serbatoi a media pressione, in genere tra i 200 e i 500 bar. Da qui, può essere trasferito a serbatoi ad alta pressione per la fase successiva.
3. Compressione
La compressione è una delle fasi più delicate e ad alta intensità energetica, ma è necessaria perché le molecole dell’idrogeno sono estremamente leggere: per lo stoccaggio di un chilo di idrogeno servirebbero, senza la compressione, una decina di metri cubi di spazio. I compressori portano il gas a pressioni elevate – fino a 900 bar – necessarie per il rifornimento di veicoli leggeri, che normalmente operano a 700 bar.
4. Preraffreddamento
Quando l’idrogeno viene compresso però si riscalda. Prima di essere erogato, deve essere raffreddato a circa -40 gradi Celsius, per rispettare le condizioni di sicurezza e gli standard internazionali, come il SAE J2601.
5. Dispenser
Infine, l’idrogeno arriva al dispenser, l’equivalente della pompa di benzina. Il sistema è completamente automatizzato: rileva il collegamento con il veicolo, verifica la tenuta, comunica con l’auto e avvia il rifornimento. Il tutto si completa in circa 3-5 minuti, molto simile a quanto avviene con un rifornimento tradizionale.
Il sistema a cascata
Un aspetto interessante è il cosiddetto sistema a cascata. Consiste nell’avere serbatoi di stoccaggio a diverse pressioni – ad esempio 500, 700 e 900 bar – che consentono di ottimizzare il processo di rifornimento, riducendo il carico sui compressori e migliorando l’efficienza energetica.
Gli impianti per il rifornimento dell’idrogeno sono sicuri?
La sicurezza è un elemento cruciale. L’idrogeno è altamente infiammabile e ha una molecola molto piccola, che può facilmente infiltrarsi attraverso microfessure, inoltre seppur non corrosivo in se ha un fortissimo “potete degradante” (con estrema semplificazione) e quindi richiede che i tubi di trasporto, che sono molto piccoli, non immaginate tubi di grandissime dimensioni, e i serbatoi di stoccaggio siano trattati per evitarne l’usura.
Per questo, ogni componente dell’impianto deve installare sensori per monitorare continuamente temperatura, pressione e perdite, con risposte automatiche in caso di anomalia, e rispettare severi standard tecnici:
- ISO 19880-1, per la progettazione e manutenzione delle stazioni.
- ISO 14687, sulla purezza dell’idrogeno.
- SAE J2601, per la gestione del rifornimento.
- E norme IEC per atmosfere esplosive.
Come potrete aver capito, questo tipo di infrastruttura è piuttosto costosa e abbastanza complessa, ha un alto consumo energetico per la compressione e necessita di una rigorosa manutenzione tecnica. Per questo motivo il mercato va a rilento e in Italia al momento in cui giriamo questo video a luglio 2025 sono attive solo due stazioni di rifornimento per l’idrogeno, a Bolzano e a Mestre, ma i progetti per un’ampliamento dell’infrastruttura (come quella di recente presentata sulla Milano Serravalle) grazie a fondi europei e dal PNRR, sono già in costruzione.
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