Italia con treni a due velocità: dove il pendolarismo è impossibile
La vicenda della bidella pendolare ci ricorda che da Napoli è più facile arrivare a Milano che a Bari, malgrado la distanza su rotaia sia quasi il quadruplo. Questo perché da una parte c'è l'alta velocità, dall'altra non c'è nemmeno un collegamento diretto. È la storia di un'Italia a due velocità.
In questo articolo
Il caso mediatico della bidella pendolare sulla tratta Napoli-Milano ha il merito di porre l’attenzione sulla questione del trasporto ferroviario, che in Italia è più che mai a due velocità.
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Certo, percorrere giornalmente la tratta Milano-Napoli (790 chilometri a tratta, 4 ore e mezza circa) è estremo, ma è una possibilità che esiste, grazie all’alta velocità.
Viceversa, percorrere altre tratte infinitamente più brevi in treno è impossibile, perché mancano i collegamenti. Un solo esempio: per percorrere Ragusa – Palermo (178 Km) possono volerci 9 ore.
IL SUCCESSO DELL’ALTA VELOCITÀ
L’Italia è stata il primo Paese al mondo ad avere liberalizzato il trasporto ferroviario ad alta velocità.
Un esperimento che ha funzionato, lo dicono i numeri (fonte:Rapporto Pendolaria 2022, Legambiente):
- I passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2019, con un aumento del 515%
- Italo è passato da 4,5 milioni i passeggeri nel 2012 a 17,5 milioni totali trasportati dal 2018
- La flotta dei treni dell’alta velocità è raddoppiata: 74 nel 2008, 144 nel 2019
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Spostarsi lungo le direttrici dell’alta velocità è comodo, veloce, funzionale e sempre più economico, grazie alla concorrenza.
IL PENDOLARISMO POSSIBILE
Percorrere Napoli-Milano giornalmente rimane estremo (è evidente, però, che per una trasferta di lavoro è possibile fare avanti e indietro in giornata, senza essere costretti a pernottamenti).
Altre tratte sono più fattibili, ne citiamo alcune come esempio:
- Milano – Roma 477 km, in poco meno di 3 ore
- Bologna- Roma 380 Km, 2 ore
- Milano- Torino 141 Km, meno di un’ora (45 treni al giorno)
- Firenze – Bologna 82 Km, 35 minuti
- Salerno – Napoli 46 km, 40 minuti (ma il treno più veloce ne impiega 22)
L’OFFERTA DI TRENI SULLA RETE FERROVIARIA ITALIANA (fonte: Pendolaria)
Insomma, è più facile arrivare a Roma da Firenze ( 1h e 26 minuti per 232 Km) che da Viterbo (2h per 65 Km), tratta dove peraltro la soppressione delle corse è un fenomeno continuo, con treni vecchi e lenti, in ritardo.
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Allo stesso modo è più agevole la tratta Milano-Torino che quella Milano-Bergamo, dove l’alta velocità non esiste e per percorrere 45 Km si impiegano 56 minuti (senza ritardi).
IL DISASTRO DI REGIONALI E INTERCITY
Il problema è che nelle regioni che non hanno il servizio ad alta velocità le possibilità di spostamento in questi anni sono diminuite.
Per i convogli a lunga percorrenza finanziati con il contributo pubblico, principalmente gli Intercity (fonte: Rapporto Pendolaria 2022, Legambiente):
- l’offerta in termini di treni*km è scesa dal 2010 al 2019 del 16,7%
- sono calati i viaggiatori del 47%.
- I finanziamenti statali per il servizio ferroviario regionale hanno visto una diminuzione tra il 2009 ed il 2019 del 21,5%, mentre i passeggeri crescevano di oltre l’8%
La responsabilità di questa situazione è anche delle Regioni, a cui da oltre 15 anni sono stati trasferiti poteri e risorse sul servizio ferroviario locale. In particolare, le Regioni hanno la responsabilità di definire il Contratto di Servizio con i gestori dei treni.
IL PENDOLARISMO IMPOSSIBILE
In questi dieci anni in particolare è peggiorata la situazione per chi si sposta in treno al sud, in Sicilia e in Sardegna.
Muoversi da una città all’altra, su percorsi sia brevi che lunghi, può portare a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi anche solo per poche decine di chilometri di tragitto, mentre le coincidenze e i collegamenti intermodali rimangono un sogno, per non parlare dell’età dei treni in circolazione, solo in parte migliorata di recente.
Questa situazione determina gravi conseguenze nei confronti dell’economia e del turismo. Qualche esempio?
- Napoli – Bari: 219 Km, non esistono treni diretti, servono 3 ore e 20 minimo, ma il tempo medio di percorrenza è di 5 ore e mezza
- Cosenza – Crotone: 115 Km, non esistono treni diretti, serve almeno un cambio e 2 ore e 39 minuti
- Ragusa – Palermo: 178 Km, ci sono 3 collegamenti al giorno, tutti con un cambio, che impiegano 4 ore e 23 minuti per arrivare a destinazione (ma il tempo medio è di 9 ore!)
- Potenza – Matera: 67 Km, con Trenitalia non esistono collegamenti se non in autobus e con le Ferrovie Appulo Lucane servono almeno 2 cambi e ci si mette 3 ore e 25 minuti
- Taranto – Lecce: 81 Km, viaggia solo un Intercity Notte diretto, mentre sono tre i collegamenti tra regionali al giorno, dove serve un cambio. Tempi di percorrenza media di un’ora e mezza
Di fatto, muoversi tra Bari e Napoli, tra Reggio Calabria e Taranto, tra Potenza e Lecce in treno oggi è praticamente impossibile.
Per fare un esempio emblematico delle differenze che esistono: le corse giornaliere in Provincia di Bolzano sono 386 (in aumento), più di quelle di tutta la Sardegna (294) dove però la popolazione è oltre il triplo.
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