Le auto delle Olimpiadi: su cosa viaggiano gli atleti più forti del mondo?
Dalle Fiat del 1960, alle Toyota del 2021, tutte le auto che hanno accompagnato gli assi dello sport durante le epiche imprese dei Giochi Olimpici.
In questo articolo
Manifestazione nata per esaltare le straordinarie potenzialità della macchina umana, alle Olimpiadi non trovano spazio gli sport motoristici. Ciò, tuttavia, non vuol dire che non ci sia spazio per le automobili.
Che si tratti di puri mezzi di trasporto per atleti e organizzatori, o di veri e propri simboli della competizione e del paese che la ospita, le vetture hanno assunto un ruolo fondamentale nella manifestazione dei cinque cerchi. Ripercorriamo allora, in occasione di Tokyo 2020, la storia delle auto delle Olimpiadi.
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LE AUTO DELLE OLIMPIADI
Roma 1960
In fatto di motori, l’edizione di Roma 1960 fu storica. Fu allora che, per la prima volta, l’auto assunse il ruolo di protagonista, divenendo simbolo del paese ospite della manifestazione. Per l’occasione, il costruttore nazionale, schierò 240 vetture Fiat: ben 140 allora inedita 600D Multipla, 80 Lambretta e 20 motogiardinette per gli spostamenti più brevi.
Tokyo 1964
Nella prima edizione del Sol Levante, fu il costruttore giapponese Nissan a scarrozzare gli atleti, e anche la torcia olimpica, che fu trasportata a bordo della Cedric Special, modello di punta del brand in quegli anni.
Messico 1968
Oggi è un pezzo da museo la Datsun Bluebird 1300 che trasportò gli atleti delle Olimpiadi messicane, autografata a fine kermesse da tutti i campioni partecipanti.
Monaco 1972
Avanguardia pura ai Giochi di Monaco del 1972, quando Bmw svelò la 1602e, l’auto elettrica che pose le basi per l’avanguardistica i3 lanciata parecchi anni dopo. La 1602e fu la prima vettura a zero emissioni del brand tedesco, alimentata da una batteria al piombo e con un’autonomia di circa 60 km.
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Mosca 1980
Non solo auto, ai Giochi Olimpici hanno spesso esordito anche motociclette, berline, fuoristrada e furgoni. Nel 1980, ad esempio, fu la volta dei minibus 300 RAF-2907 della Riga Autobus Factory, tutti a idrogeno, di cui uno appositamente modificato per il trasporto della Fiamma Olimpica.
Los Angeles 1984
Alle Olimpiadi statunitensi degli anni ’80 lo sponsor automobilistico non poteva che essere General Motors, che schierò una flotta di Buick Century Olympia.
Barcellona 1992
Ai posti di partenza delle Olimpiadi catalane c’era anche Seat, che mise a disposizione degli atleti 2.000 vetture declinate in due modelli: l’Ibiza Olimpica, nella speciale versione bianca con loghi dorati e la Toledo elettrica, che accompagnò gli atleti all’accensione della Fiamma Olimpica.
E per omaggiare i connazionali vittoriosi, Seat donò a tutti gli spagnoli vincitori di una medaglia una delle 25 Toledo in edizione limitata Podium, in tinta blu navy, con telefono portatile nel bracciolo e inserti in legno sul volante.
Atlanta 1996
Ancora Stati Uniti, ancora General Motors, con una serie di Buick Regal Olympic Edition, ornata da finiture in ora e poggiatesta ricamati con i cerchi olimpici.
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Londra 2012
Che più inglese non si può la flotta dei Giochi di Londra 2021. Ad accompagnare gli atleti, le vetture del brand britannico Mini. A raccogliere i loro attrezzi lanciati lontano (dischi, giavellotti, ecc.) una Mini Mini elettrica in scala 1:4.
Sempre quell’anno, alla cerimonia di chiusura, Rolls-Royce presentò tre Phantom Drophead Coupé Series II realizzate per la prima volta nella storia con un logo diverso: il profilo dello Spirit of Ecstasy avvolto nell’Union Jack. Mentre sul volante era inciso il motto olimpico “Citius! Altius! Fortius!”.
Tokyo 2020
Partner ufficiale delle attuali Olimpiadi di Tokyo 2020 è Toyota (che avevamo già conosciuto nelle vesti di Mobility Partner al Giro d’Italia 2021) che, pur avendo scelto di ritirare i propri spot perché contrario alle modalità di svolgimento della kermesse nonostante l’aumento dei contagi, ha fornito a partecipanti e addetti ai lavori una flotta di veicoli elettrici appositamente studiati per l’occasione.
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