Dall’Euro 1 all’Euro 7: guida alle classi ambientali delle vetture circolanti in Italia
Le normative Euro 6 d Final e la futura Euro 7 sono solo le ultime declinazioni delle classi ambientali delle auto. Dall'Euro 1 ad oggi di strada ne è stata percorsa, ma nei prossimi anni le Case dovranno sforzarsi ulteriormente per abbassare le emissioni delle loro gamme.
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La sigla è sulla bocca di tutti. Ma quando si parla di normativa Euro 7, di Euro 6 e di quelle precedenti molte domande sorgono spontanee. Cosa significa, nel dettaglio, la classificazione Euro dell’auto con il numero vicino? Quali sono i parametri che caratterizzano le singole classi ambientali? Dopo l’Euro 6 ci sarà l’Euro 7? In quest’ultimo caso la risposta è sì.
Per rispondere a queste domande, vi proponiamo un vademecum completo sulla classe ambientale delle vetture che attualmente circolano nel nostro Paese. Cominciamo dall’inizio.
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LA GENESI DELLE CLASSI AMBIENTALI
Ci sono classi ambientali che, ormai (possiamo dirlo), fanno parte della storia delle quattro ruote. Le riassumiamo qui in breve:
- Pre-euro: questa normativa indica i veicoli che non hanno catalizzatore e alimentazione a iniezione. Si parla di vetture immatricolate prima del 1993, ovvero 25 anni fa.
- Euro 1: Nel 1993, un provvedimento legislativo ha obbligato le Case auto a montare sui modelli da omologare la marmitta catalitica e gli iniettori. Requisiti minimi per riconoscere il veicolo come appartenete alla categoria Euro 1.
- Euro 2: Tre anni dopo, l’attenzione della normativa si è spostata sui motori diesel, introducendo l’obbligo di riduzione delle emissioni inquinanti, che all’epoca erano superiori a quelle dei motori a benzina. Ecco, quindi, la classe ambientale di omologazione CE Euro 2.
- Euro 3: Nuova svolta nel 2001, con la normativa che ha stabilito l’obbligo per le Case di installare sulle nuove vetture un sistema Eobd per ridurre le emissioni.
NORMATIVA EURO 4 E EURO 5
La situazione del parco circolante italiano è risaputa. Secondo le ultime statistiche l’età media si avvicina agli undici anni, per cui le normative Euro 4 e Euro 5 riguardano ancora buona parte dei veicoli attualmente circolanti.
Cosa prevede la normativa Euro 4? Introdotta obbligatoriamente dal primo gennaio 2006, ha imposto ai Costruttori un’ulteriore notevole riduzione delle emissioni. Nello specifico, ci si è concentrati sull’abbattimento dell’ossido di carbonio e dell’ossido di azoto (NOx). Per intenderci, rispetto all’Euro 1, si parla, per questi due elementi, di una differenza del -90%. La normativa Euro 4, però, presenta ancora livelli alti di particolato nei motori diesel. Un aspetto sul quale, all’epoca si è molto dibattuto, fino all’introduzione della classe ambientale successiva, nel 2009.
Cosa dice la normativa Euro 5? Semplice, interviene proprio sul particolato, considerando che verso la fine del decennio l’industria aveva fatto passi in avanti importanti nella tecnologia di fabbricazione dei filtri, mentre, rispetto all’Euro 4, lascia quasi inalterati gli NOx. La differenza in termini green, dunque, è netta sui motori diesel, quasi nulla sui benzina.
COSA PREVEDE LA NORMATIVA EURO 6
Veniamo, quindi, al periodo più recente e all’introduzione della normativa Euro 6, avvenuta nel settembre del 2014.
La stretta ha riguardato, ancora una volta, i motori diesel e l’abbattimento delle emissioni (in particolare idrocarburi incombusti e NOx) è avvenuto attraverso nuovi e sofisticati impianti per il trattamento dei gas di scarico sulle auto euro 6 diesel, come la valvola EGR e il sistema SCR, basato su uno speciale catalizzatore che, grazie al contributo dell’additivo AdBlue, trasforma i gas di scarico prima in ammoniaca, poi in vapore acqueo e azoto. Rientrano tra le auto Euro 6, ovviamente, anche i motori ibridi e elettrici.
EURO 6 C
Ci sono state in questi anni diverse declinazioni dell’Euro 6. Tra queste, l’Euro 6 c, obbligatorio per tutti i veicoli venduti da settembre 2018. I motori Euro 6 c non prevedono particolari modifiche per quanto riguarda i diesel, bensì punta alla riduzione del particolato emesso dai benzina. Ecco perché molte Case hanno adottato un apposito filtro antiparticolato anche sul motore euro 6 a benzina.
EURO 6 D
L’Euro 6 d è entrato in vigore a settembre 2019 in due diverse fasi. La prima ha preso il nome di Euro 6 d-Temp, è stata resa obbligatoria per i veicoli immatricolati da settembre 2019 e prevede che le emissioni inquinanti siano misurate in base al nuovo ciclo di omologazione WLTP (leggi il nostro approfondimento) e al Real Driving Emission (RDE) test, inaugurati a partire dal 2017.
L’Euro 6 d, detto anche Euro 6 d Final, è invece obbligatorio in omologazione da gennaio 2020 e in immatricolazione da gennaio 2021.
La differenza tra Euro 6 d-Temp e Euro 6 d sta nella tolleranza applicata nei test: se, per il primo, quest’ultima era meno severa, ovvero prevedeva una possibile differenza del 110% tra le prove in laboratorio e quelle su strada (RDE), con l’Euro 6 d definitivo lo scarto massimo sarà del 50%. Tradotto nel mondo reale: se con l’Euro 6 d-Temp l’auto, per essere omologata, doveva emettere 126 milligrammi di NOx al chilometro per i benzina e 168 milligrammi di NOx al chilometro per il diesel, l’Euro 6 d Final ha portato il limite per gli NOx a 90 mg/km per i benzina e 120 mg/km per i diesel.
L’EURO 7
Il nuovo step destinato ad entrare in vigore nel 2026 è la normativa Euro 7, che prevederà un ulteriore giro di vite sulle emissioni di NOx, portandoli, secondo le ultime intenzioni espresse dall’UE, a 30 mg/km. Una cifra che verrà ufficializzata a novembre di quest’anno.
Leggi anche: il nostro approfondimento sull’Euro 7
Gli obiettivi principali dell’Euro 7 sono noti già adesso: in primis, uniformare gli standard per i veicoli leggeri e per quelli pesanti, in secondo luogo creare un protocollo unitario per tutti i Paesi per evitare il più possibile iniziative nazionali o locali e, in terzo luogo, grazie ai dispositivi installati a bordo dei veicoli, calcolare le emissioni non solo in fase di omologazione ma per tutta la vita del veicolo.
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