Che cosa si intende per auto a uso promiscuo?
L’auto a uso promiscuo è il mezzo che l’azienda offre in dotazione al dipendente. Con il termine “promiscuo” si intende che l’auto può essere utilizzata sia a fini lavorativi sia personali. In questo modo l’auto aziendale diventa a tutti gli effetti l’auto del dipendente, anche se non è di sua proprietà.
Per questo sinonimi di auto a uso promiscuo sono:
- Auto in fringe benefit. Fringe benefit significa “beneficio accessorio”, vale a dire un tipo di emolumento (come ad esempio il telefono aziendale, i buoni pasto, la mensa, i fondi pensioni etc) riportato nella busta paga, in aggiunta alla retribuzione.
- Auto assegnata. Vale a dire che l’auto è affidata a un preciso dipendente.
L’AUTO A USO PROMISCUO: CONVIENE?
Il vantaggio per il dipendente dotato di auto aziendale è piuttosto chiaro: avere a disposizione un mezzo (nuovo e manutenuto) senza pagare i costi di acquisto e noleggio né i costi di gestione.
Leggi anche: L’auto aziendale tra i benefit più amati dagli italiani
L’azienda ha dei vantaggi fiscali, perché l’auto assegnata al dipendente è deducibile al 70%.
Come capire se l’auto aziendale è vantaggiosa
L’auto è un benefit molto apprezzato, ma per capire quanto convenga (sia dal punto di vista economico, sia se risponde alle specifiche esigenze individuali) bisogna leggere con attenzione il contratto di assegnazione.
Infatti, l’auto è affidata al dipendente, che sia neoassunto o già lavoratore presso l’azienda, tramite un contratto di assegnazione dove sono stabiliti i termini di utilizzo:
- La possibilità di usare l’auto per uso personale
- La possibilità di fare guidare o meno l’auto ai familiari (i loro nomi debbono essere inseriti nell’assicurazione stipulata dall’azienda)
- L’esistenza di obblighi particolari del dipendente nei confronti dell’auto e le modalità di utilizzo da rispettare
- Se il dipendente debba o meno versare una quota all’azienda per l’uso del veicolo
Sono tutti aspetti che devono essere chiari prima di accettare l’auto.
Come calcolare l’ammortamento dell’auto a uso promiscuo
L’auto a uso promiscuo è esclusa parzialmente dalla tassazione. Questo benefit ha natura forfettaria: non è collegato ai km percorsi dal dipendente ed è stabilito su base annuale. Come accennato, deve essere esposto nel cedolino e assoggettato a tassazione mese per mese.
Per calcolare in maniera esatta la quota di benefit che andrà a comporre il reddito imponibile, bisogna moltiplicare il costo chilometrico dell’auto (desunto dalle tabelle nazionali dell’Aci, elaborate ogni anno entro il 30 novembre) e il chilometraggio standard stabilito dalla normativa, che per tutti i dipendenti è 15.000 km. Una percentuale di questo risultato, calcolato ora in base alle emissioni della vettura, finisce in busta paga, soggetto al pagamento di Irpef e contributi.
Approfondisci: Le fasce di tassazione sulle auto aziendali a uso promiscuo
Se il datore di lavoro, come succede in molte realtà, addebita già al dipendente un corrispettivo per l’utilizzo dell’auto aziendale, per stabilire correttamente il benefit imponibile, devo sottrarre alla tariffa Aci il corrispettivo richiesto, Iva inclusa.
Detraibilità e deducibilità
L’auto a uso promiscuo è deducibile nella misura del 20%. Tale percentuale è elevata all’80% per i veicoli utilizzati dai soggetti esercenti attività di agenzia o di rappresentanza di commercio, questo in considerazione del fatto che per tali soggetti l’auto rappresenta il principale strumento per l’esercizio della propria attività. La detraibilità dell’Iva è invece al 40%.
L’auto a uso promiscuo in una ditta individuale
Le stesse regole fiscali si applicano alle ditte individuali. Attenzione: la deducibilità è ammessa limitatamente a un solo veicolo. Se l’attività è svolta da società semplici e da associazioni, la deducibilità è consentita soltanto per un veicolo per ogni socio o associato.
Auto a uso promiscuo e familiari
Se l’auto è assegnata ad uso promiscuo generalmente può essere guidata anche dai familiari del lavoratore assegnatario. Sempre grande attenzione, però, al contratto di assegnazione: qui potrebbe essere esplicitato un divieto.
Il dipendente deve sempre prestare attenzione agli accordi con l’azienda e al regolamento per l’utilizzo del veicolo, per non incorrere in sanzioni disciplinari.
Le difficoltà maggiori sono di natura assicurativa, in quanto non tutte le compagnie di assicurazione coprono tutti i possibili guidatori, restringendo la tutela a coloro che sono indicati o autorizzati. Bisogna quindi essere certi che la polizza auto consenta la guida a terzi estranei, come i parenti del lavoratore, e non restringa la copertura assicurativa al solo lavoratore.
Bisogna inoltre tener presente, in tutti i casi in cui il dipendente non risulti proprietario dell’auto, l’obbligo di comunicare il suo nominativo, nonché il nominativo di chiunque abbia la disponibilità del veicolo per oltre 30 giorni.
Quindi, nel raro caso in cui i familiari del dipendente avessero l’auto in uso per più di 30 giorni (situazione difficile da ipotizzare, dato che c’è sempre un uso anche lavorativo dell’auto), la comunicazione andrà sempre eseguita.
Auto a uso promiscuo: chi paga il carburante?
Il pagamento del carburante spetta in parte al dipendente, in parte al datore di lavoro.
Quando il lavoratore utilizza l’auto aziendale per lavoro, ha diritto ad ottenere un rimborso delle spese sostenute per l’acquisto del carburante. Anche in questo caso, si utilizzano le tabelle ACI relative ai costi chilometrici. Queste tabelle sono quelle che i datori di lavoro utilizzano per calcolare la quota convenzionale che costituirà il rimborso del carburante che spetta al dipendente a cui è assegnata l’auto.
I dipendenti che ricevono dall’azienda i buoni carburante, ovviamente possono utilizzarli anche per pagare il rifornimento dell’auto aziendale.
DIFFERENZA CON LE AUTO IN “POOL”
Si parla di “auto in pool” quando le auto aziendali non sono assegnate, ma vengono prese dai dipendenti a seconda delle necessità e poi lasciate in azienda. In questo caso il dipendente utilizza l’auto durante l’orario lavorativo e non per fini personali e l’azienda gode di alcune agevolazioni fiscali limitate (i costi deducibili da parte dell’azienda sono solo il 20%).
Ci sono comunque delle eccezioni a questa regola: alcune aziende, infatti, offrono al dipendente la possibilità – gratis o a una tariffa conveniente – di usare l’auto anche a fini personali, magari per tornare a casa la sera o durante il weekend. In ogni caso l’auto non è assegnata a uno specifico impiegato.
Indice dei contenuti
- 1L’AUTO A USO PROMISCUO: CONVIENE?
- 1.1Come capire se l’auto aziendale è vantaggiosa
- 1.2Come calcolare l’ammortamento dell’auto a uso promiscuo
- 1.3Detraibilità e deducibilità
- 1.4L’auto a uso promiscuo in una ditta individuale
- 1.5Auto a uso promiscuo e familiari
- 1.6Auto a uso promiscuo: chi paga il carburante?
- 2DIFFERENZA CON LE AUTO IN “POOL”
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