Ho comprato una Fiat 500e! Sono impazzito?
Alla fine ho fatto questo salto (quasi) nel buio: ho comprato una Fiat 500e berlina, di cui mi sono innamorato dopo averla provata la scorsa estate per due settimane. Motore da 118 CV e autonomia (dichiarata) di 310 km su ciclo WLTP. Mi sarò pentito?
In questo articolo
Potrei essere impazzito per il colore che ho “scelto” (ma dopo ci arriviamo), ma non sulla volontà di comprare una Fiat 500e. La uso quotidianamente da quasi due mesi, ci ho fatto anche qualche gita fuori porta, e ho in programma persino un viaggio lungo.
Ecco com’è cambiata la mia mobilità da quando la uso, cosa ne apprezzo e cosa, invece, proprio non mi va giù.
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COMPRARE UNA FIAT 500e AI TEMPI DELLA CHIP SHORTAGE
In realtà, questo discorso vale per (quasi) ogni vettura al momento. Ad eccezione delle cinesi e delle coreane, infatti, oggi comprare un’auto configurata a proprio piacimento significa aspettare a lungo (qui le diverse tempistiche), cosa che sinceramente io non ero disposto a fare.
La sfortuna mi ha poi giocato un altro brutto scherzo, perché il giorno in cui per la prima volta mi sono deciso a recarmi presso un concessionario Fiat è stato lo stesso in cui sono terminati gli incentivi.
Questo aveva già significato rinunciare a tante cose che avevo inserito nel configuratore online della vettura, che chiaramente senza incentivi sarebbero rimaste quasi al prezzo standard: io sono sempre stato orientato sull’allestimento medio-alto Icon, con motore da 118 CV e batteria da 42 kWh con autonomia dichiarata di 310 km. Ciò significa un listino superiore ai 30.000 euro, che io contavo di abbassare con gli incentivi e che non mi è stato possibile.
A questo poi si aggiunge che se avessi voluto l’auto esattamente come l’avevo pensata, i tempi di consegna avrebbero superato i sei mesi. La soluzione, quindi, è stata scegliere una km0, che significava pagare più o meno come con gli incentivi, dato che io non avevo niente da rottamare. Ovvero, meno di 25.000 euro, a cui poi ho aggiunto qualcosa io soprattutto per quanto riguarda i sistemi di anti furto.
Comprare a km0, però, significa accettare ancora più compromessi, e per questo non è stato semplice. I miei “must have” irrinunciabili erano la regolazione del sedile anche in altezza, il comparto multimediale Uconnect 5 con schermo da 10,25” e i sistemi di sicurezza. Tutte cose che sulla vettura finale comprata ci sono.
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A COSA HO RINUNCIATO?
Per quanto mi riguarda, le rinunce che ho dovuto fare sono accettabili per quello che poi mi sono portato a casa. Iniziamo col dire che avrei voluto i fari full LED anche e soprattutto perché consumano meno, ma la Icon non li presenta di serie. L’unica km0 da me vista che li montava, rinunciava però alla regolazione del sedile.
Per uno alto 1,94m non è accettabile, ma mi permetto di fare una piccola critica a Fiat che non li mette di default su un’auto, la Fiat 500e Icon, il cui listino parte da 32.150 euro. Comunque, usandola nelle città con le troppe luci artificiali, non se ne sente troppo la mancanza, e le diurne sono comunque a LED. Quando sono accesi i fari alogeni l’effetto non è dei migliori, ma va bene così.
Il colore che avrei voluto è il meraviglioso e costosissimo “Celestial Blue” (optional da 2.100 euro), ma naturalmente non ci sono vetture stock con quella tinta. Mi ero orientato quindi su una vettura in un più neutro bianco pastello (di serie), ma curiosamente l’unica disponibile era quella che vedete in foto, con tinta Rose Gold che costa 700 euro, ma che nel mio caso era inclusa.
Mentirei se dicessi che non mi piace, per me fa la sua bella figura. Mi incuriosisce solo la scelta di un Dealer di avere un colore così particolare tra lo stock, e forse si è stupito più lui di aver trovato un cliente, per di più un ragazzo, che glielo ha comprato. Devo dire che è un colore che si fa notare, e non sono poche le persone che mi hanno fermato incuriosite sia dall’auto che dalla tinta.
I cerchi sono da 16 pollici, in lega con design standard a razze sottili. Non avrei scelto quelli da 17 pollici neri e diamantati (quelli della Fiat 500e cabrio da noi provata): sono indiscutibilmente belli, e non avrebbero nemmeno influito sul costo dei pneumatici invernali, ma Monza e Milano, che sono le città che vivo e frequento, sono piene di buche spesso affini ai crateri lunari, e la differenza si sente. E poi, secondo me, quelli classici stancano meno.
Infine, il Cruise Control non è adattivo, ma poco male: lo attivo solo in tangenziale quando non è intasata, e dove ci sono gli autovelox, per cui non ne sento la mancanza. I sensori di parcheggio sono solo posteriori, ma viste le dimensioni e il cofano corto, va bene così. Non avrei volontariamente messo la retrocamera, né il Drone View a 360° perché non ne vedo il senso su un’auto così piccola e con una visibilità tutto sommato buona (discorso diverso se fosse stata la Cabrio).
La dotazione finale, quindi, è piuttosto ricca. Comprende:
- Regolazione totale del sedile del conducente;
- Bracciolo centrale con piccolo vano porta-oggetti;
- Vano centrale richiudibile, molto profondo;
- Sistema Uconnect 5 con compatibilità wireless ad Android Auto ed Apple CarPlay;
- Cavo domestico per la ricarica (quello Mode 3 è a pagamento);
- Riconoscimento dei segnali stradali e dei limiti di velocità;
- Frenata di emergenza con avviso acustico forse troppo invadente;
- Mantenimento della carreggiata;
- Ingresso Keyless;
- Sensori di parcheggio posteriori;
- Luci e tergicristalli automatiche;
- Divanetto posteriore reclinabile 50/50;
- Rivestimento dei sedili in Seaqual Yarn, tessuto riciclato dalle plastiche abbandonate nel mare.
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LA FIAT 500E NEL MIO USO QUOTIDIANO
Una delle cose che più mi ha stupito, quando ho provato la Fiat 500e berlina, è l’abitabilità all’anteriore. Io vengo da una Ford Fiesta del 2010, dove non ci stavo particolarmente comodo a causa della linea del tetto sportiva, piacevole ma troppo bassa per me, e del tunnel centrale un po’ ingombrante. Qui, invece, l’assenza del tunnel si apprezza perché non sbatto le ginocchia, e la linea del tetto è alta.
L’abitabilità posteriore è ovviamente non pensata per degli adulti: se guido io, dietro proprio non c’è spazio per le gambe. Usandola per lo più da solo, o al massimo nei miei viaggi con un’altra persona, dietro diventa comodo per metterci zaini, borse, giacconi e quant’altro.
La disposizione degli spazi interni, in generale, convince: c’è un bel vano per appoggiare il telefono, con di fianco una presa USB; il profondo vano centrale, con all’interno un porta-bicchieri/borracce e un’altra presa USB, e volendo l’alloggiamento per la chiave; un porta-bicchieri più grande, e i vani delle portiere abbastanza profondi.
Non ci ho messo molto ad ambientarmi, e trovare il mio comfort quotidiano. Meno comoda è la regolazione dello schienale, che ovviamente non è elettronica ma nemmeno con la rotella: sfrutta invece una fastidiosa leva a sbalzo, un po’ troppo retrò per i miei gusti ma tipica sulle Fiat.
Tra i lati positivi, poi, c’è la silenziosità del motore (al primo avvio c’è sempre la musica di Amarcord di Fellini ma dura poco), e la coppia istantanea che tanto apprezzo nell’elettrico. Nella tangenziale intasata del lunedì mattina, che percorro da Nord-Est a Sud-Ovest per venire alla sede della nostra redazione (tra andata e ritorno oltre 60 km) sono cose particolarmente apprezzabili, ma il vero valore aggiunto è la modalità Range che attiva la One-Pedale Drive, ed elimina praticamente ogni sforzo e rende il viaggio molto meno stressante.
Anche perché io lo passo a canticchiare, come mi ha ricordato di recente Spotify Wrapped con i miei oltre 27.000 minuti di musica ascoltati, la maggior parte dei quali proprio in auto.
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L’AUTONOMIA REALE
Come detto, io faccio un uso abbastanza misto della Fiat 500e: prettamente urbano, certo, ma in tangenziale vuota vado spesso a 90 o 110 km/h, e non sono mancate gite “difficili”, come andare in montagna con le gomme invernali e il riscaldamento acceso. L’ultima, da Monza al Passo di Zambla: oltre 200 km tra andata e ritorno, contando che ho girato i dintorni e sbagliato strada. Ho ricaricato un 30% già che c’ero, ma in realtà sarei arrivato a casa anche senza rifornire.
Le gite fuori porta, e altri viaggi che ho intenzione di fare, sono il motivo per cui ho subito escluso l’allestimento d’ingresso Action, che ha motore da 95 CV e autonomia di 180 km. Su questa, Fiat dichiara 310 km di autonomia su ciclo WLTP, che forse sono realistici solo in un uso urbano (e solo a 30 km/h). Nel mio, portandola a zero, sono riuscito a percorrere 260 km reali. Non sono tanti, questo è indubbio, ma riconfermano la sua natura di auto cittadina, più che auto da grandi viaggi.
In autostrada, se andassi costante a 130 (cosa sconsigliata su qualsiasi elettrica con autonomia inferiore ai 600 km), l’autonomia credo non supererebbe i 160 km, ma non ho ancora fatto una vera prova in questo senso.
Per quanto riguarda i consumi, devo dire che sono buoni: la mia media è di circa 16 kWh su 100 km. Superando i 90 km/h salgono vertiginosamente a 23-25 kWh su 100 km, mentre in città con velocità media di 30 km/h sono sceso anche a 13.
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VERI VANTAGGI…
Oltre al minore stress nel traffico, c’è un motivo per cui la mia scelta è ricaduta su un’auto elettrica. Tenete conto che prima di arrivare a questa decisione, stavo guardando alcune auto diesel, con l’eccezione di alcune Mazda Mild Hybrid.
Il mio lunghissimo ragionamento, però, ha tenuto conto in particolare di tre fattori:
- Quello economico, con i prezzi di benzina e diesel che da agosto a ottobre non hanno fatto che aumentare, fino a che ho speso 55 euro non per un pieno, ma per riempire metà serbatoio;
- Il fattore “dove vivo”, ovvero in due città, Milano e Monza, dove i motori termici sono molto penalizzati;
- Le agevolazioni fiscali. Oltre agli incentivi, dei quali poi non ho goduto ma lo sconto arriva proprio dal km0, anche il parcheggio gratuito nelle strisce blu, l’esenzione dal bollo, l’accesso in area C e molte ZTL.
Non essendomi mai piaciuti troppo i mezzi pubblici, perché il più delle volte si rivelano inefficienti, sono tre fattori che per me erano particolarmente importanti. E la differenza, sin dalla prima settimana, si è fatta sentire: se devo andare in centro a Milano, di giorno e in settimana, lo posso fare, e le dimensioni sotto i 4 metri mi aiutano a trovare parcheggio molto facilmente.
Il costo del rifornimento è altrettanto buono: una batteria da 42 kWh rientra ancora tra quelle che non comportano costi di ricarica altissimi. In AC non ho mai speso più di 8 euro, in DC non ho superato i 20. In totale, in un mese, ho speso circa 60 euro in ricariche, che era quanto spendevo per un solo pieno per la Fiesta, e tra l’altro prima che aumentassero i prezzi. E, inoltre, se installato una Wallbox, avrei risparmiato ancora di più.
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…VERI SVANTAGGI
Rimane indubbio che la guida di un’auto elettrica comporti ancora notevoli svantaggi. Innanzitutto l’autonomia stessa della Fiat 500e fa sì che non possa essere l’unica vettura, per nessuno. La mia scelta deriva anche dal fatto che per lavoro mi trovo ad utilizzare spesso tante automobili, e in famiglia abbiamo anche altre vetture, che eventualmente posso usare per i miei viaggi lunghi.
Come auto in sé, il lavoro fatto sullo spazio anteriore comporta sacrifici a livello di bagagliaio: sono appena 185 i litri di capacità minima, molti dei quali spesso occupati dalla valigetta del Juice Booster 2, il cavo multiuso che è una vera e propria manna dal cielo (qui la prova). Va detto che sotto il piano di carico, c’è uno spazio apposito che per ora è occupato dal cavo domestico, ma nel quale potrei volendo mettere il Booster.
C’è poi da tenere il fattore freddo: io la tengo nel box, e questo aiuta molto. Se la lasciassi fuori la sera, alle temperature sotto zero di questo periodo, avrei alcuni km in meno di autonomia, nonostante Fiat abbia fatto un ottimo lavoro per proteggere a livello climatico l’accumulatore “Skateboard” che si trova sotto il pianale. Me ne accorgo però in questi giorni, quando la lascio fuori perché sono in giro: anche per questo, se c’è la possibilità, la metto nei parcheggi sotterranei o comunque al coperto.
Il vero e proprio svantaggio è, però, la ricarica. Se io sono senza wallbox, vuol dire che comunque riesco a vivere con le colonnine che ci sono in giro: ce le ho sotto casa, vicino all’ufficio, Monza ne dispone diverse, e le ho trovate persino in montagna.
Tuttavia, sono poche quelle Fast Charge con potenza dai 45 kW in su, che per la 500 significa recuperare l’80% dai 20 ai 40 minuti – che a seconda della situazione posso essere pochi, normali o tantissimi. E, soprattutto, ho smesso di contare le volte in cui le ho trovate rotte, oppure occupate abusivamente spesso da chi ha un’elettrica o ibrida, e scambia le postazioni di ricarica come posteggi riservati.
Per non parlare, poi, di quelle che proprio non sono mai state attivate.
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MY EASY CHARGE
Fiat però cerca di mettere una pezza alla questione ricarica, con un servizio che mi ha rivoluzionato letteralmente la guida elettrica. Si chiama My Easy Charge, è gratuito per i primi tre mesi e poi costa 3,99 euro al mese. L’attivazione comprende anche una tessera RFID, che viene spedita gratuitamente a casa, oltre all’app ufficiale che penso sia una di quelle fatte meglio, a livello di grafica e fluidità, per quanto riguarda le app di ricarica.
Al pari di molti altri competitor, come per esempio Kia Charge per le vetture del marchio coreano, My Easy Charge dà accesso a oltre 200.000 colonnine in Italia in Europa, con informazioni dettagliate sui costi (spesso agevolate), e sullo stato della colonnina. Come ho detto nell’inchiesta approfondita, è un servizio di estrema comodità in un mondo dove per ogni operatore devi scaricare l’app.
Unica cosa, se l’app funziona sempre, alle stesse colonnine non è detto che funzioni la tessera, e sinceramente non capisco se sia un problema di incompatibilità o proprio un problema delle colonnine.
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I KIRI COIN
Una chicca sono i Kiri Coin. È un sistema che Fiat ha trovato per “educare” i clienti della Fiat 500e a una guida con piede più leggero. Più si ha un comportamento “ecologico”, più si guadagnano questi punti che poi possono essere convertiti in buoni Amazon, Apple, o altri brand spesso sostenibili.
Io nel momento in cui scrivo ne ho poco più di 600, e non ne ho ancora spesi. Tuttavia, la reputo una cosa molto carina soprattutto per coloro che, comprando la 500e, si affacciano per la prima volta all’elettrico.
I Kiri Coin si possono monitorare dall’App My Fiat, che è fatta bene e generalmente fluida nel funzionamento. La Fiat 500e, infatti, dispone al suo interno di un modulo WiFi che la mantiene sempre collegata, per ricevere aggiornamenti e quant’altro, e per essere gestita da remoto: è possibile pre-climatizzarla, chiuderla, aprirla, controllarne gli eventuali problemi e attivare a piacimento anche altri servizi.
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MA NON TI MANCA IL ROMBO DEL MOTORE?
Questa è una delle domande che mi è arrivata più spesso, da chi sa che sono appassionato di motori. Chi mi conosce bene, però, è anche a conoscenza del mio non apprezzare particolarmente i motori 3 cilindri, nemmeno Mild Hybrid, che sono ampiamente diffusi oggi su auto dal segmento A al Segmento C. La mia Fiesta aveva un 4 cilindri, già più brillante e soprattutto un motore Ford, che anche sulla gamma “normale” si distingue per un comportamento abbastanza allegro.
In generale, il rombo del motore che io considero piacevole è su auto di categoria e fascia di prezzo ben superiore alla Fiat 500e: la gamma N di Hyundai, per esempio; la Focus ST, la Mustang. O, per scendere, l’ottimo e-SkyActiv X di Mazda, e non a caso la Mazda 3 (che ho molto apprezzato) era una delle candidate, e la cui ingegnerizzazione mi lascia sempre a bocca a porta ogni volta che la guido.
In generale, sono un forte sostenitore sia del motore elettrico che di quello termico, perché entrambi hanno molto da dare. Ma essendo più amante della velocità istantanea, che del rumore spesso fastidioso dei termici piccoli, ammetto che, nonostante tutto, per il tipo di utilizzo che volevo, sono soddisfatto.
https://www.youtube.com/watch?v=__joJ4Wd1_8
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