Infrastrutture di ricarica: il piano dei Costruttori per la crescita

Le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche sono il nodo fondamentale per far decollare l'e-mobility: abbiamo fotografato lo stato dell'arte e i piani futuri con Michele Crisci, presidente di Unrae.
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Infrastrutture di ricarica per le auto elettriche: una questione aperta. Attualmente, secondo le ultime rilevazioni di Motus-E, in Italia ci sono circa 26mila punti di ricarica pubblici. Ancora non sufficienti per far decollare l’e-mobility, soprattutto tenendo conto che sono quasi assenti in autostrada e poco capillari sul territorio nazionale.
Le aziende stanno cominciando ad installare in maniera massiccia colonnine e wall-box nelle loro sedi, ma possiamo tranquillamente dire che, specie rispetto ad altri Paesi europei, è evidente come lo sviluppo delle auto elettriche e quello delle infrastrutture di ricarica stia procedendo a una diversa velocità.
Ne abbiamo parlato con Michele Crisci, presidente di Unrae, che testimonia come le Case si stiano impegnando, e parecchio, per colmare il gap ancora esistente.
INFRASTRUTTURE DI RICARICA PER LE AUTO ELETTRICHE: LO STATO DELL’ARTE
“La situazione è certamente in grande evoluzione, o per lo meno questo è quello che ci auspichiamo: ci sono 750 milioni di euro che sono stati stanziati dal PNRR per supportare l’installazione di fast charge e ci sono molte aziende importanti in Italia che si occupano di energia e hanno piani ambiziosi dal punto di vista della realizzazione di punti di ricarica veloce sulle vie di grande scorrimento” testimonia Crisci.
Il discorso deve valere soprattutto per le autostrade che, sottolinea il presidente di Unrae, in termini di infrastrutture scontano ancora “un gap drammatico che impedisce le lunghe percorrenze delle auto elettriche”.
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L’IMPEGNO DEI COSTRUTTORI
Le istituzioni, occorre sottolinearlo, non hanno ancora preso in mano la situazione: nonostante esista una normativa che obbliga i concessionari ad installarle, sulle tratte autostradali, infatti, attualmente le colonnine si contano sulle dita di una mano. Ad impegnarsi in prima linea, invece, sono i Costruttori.
“Le Case automobilistiche si stanno muovendo molto, creando una vera e propria rete di ricarica. Al tempo stesso esiste un Decreto importante, con un fondo di 90 milioni a supporto di chi vuole investire nei fast charge, ma purtroppo manca ancora il Decreto Attuativo” spiega Crisci.
Che sarebbe fondamentale per sbloccare la situazione. “Ci sono molte aspettative e, al tempo stesso, preoccupazioni: il problema delle infrastrutture è condizionante per lo sviluppo del mercato elettrico e ibrido plug-in“ osserva il presidente di Unrae. Senza una equa distribuzione tra la rete pubblica, le fast charge, e la ricarica domestica, “è complicato per l’Italia abbandonare la posizione di fanalino di coda”.
I PIANI DI UNRAE
Unrae intende “continuare a sollecitare il Governo nell’inserire all’interno dell’agenda di transizione, che è necessaria, una pianificazione a lungo termine e molto attenta dell’infrastrutturazione autostradale, ma non solo, anche interurbana e su strade statali”.
Secondo Crisci, “è importante anche arrivare ad un sistema integrato, organizzato e coordinato nell’installazione di queste colonnine. Una sorta di piano urbanistico, in cui si identifichino le aree che hanno necessità di infrastrutture ed evitare che ci siano aree siderali non coperte dalle infrastrutture di ricarica”.
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