Non solo cinesi: ci sono tanti nuovi produttori, e quasi tutti sono elettrici
Danimarca, Croazia, Vietnam, Turchia: nomi finora mai associati all'automotive, se non per componenti o alcune fabbriche. E ora puntano a una nuova mobilità
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ARRIVAL
L’industria del Regno Unito viene considerata da molti “defunta”. Alcune fabbriche certo rimangono, ma i brand storici inglesi sono oggi finiti tutti in mano straniera: Jaguar e Land Rover sono nel gruppo indiano Tata Motors, Lotus, LEVC e parte di Aston Martin sono della cinese Geely, così come MG è di un’altra cinese, Saic Motors; Bentley è di Volkswagen, Rolls-Royce e Mini di BMW.
Dal nuovo, invece, c’è Arrival. Quest’azienda, inglese ma con sede a Howald, nel Lussemburgo, si specializza esclusivamente in veicoli commerciali elettrici ed è nata nel 2015 per opera del miliardiario russo Denis Sverdlov, ex viceministro delle comunicazioni di massa al Cremlino, con Putin.

Ha un centro di ricerca e sviluppo a Banbury, nell’Oxfordshire, da marzo 2020 ha una fabbrica a Bicester e da dicembre 2020 anche una a Charlotte, North Carolina (USA). Operativa dal 2021, ha già incontrato diverse difficoltà, tanto che nel primo anno di produzione, secondo il Financial Times, ha dovuto rivedere i suoi piani a meno di 600 veicoli.
A parte questo, è molto ambiziosa: afferma infatti che la sua piattaforma permette di avere veicoli elettrici che costino quanto quelli a benzina e diesel. Comunque, negli anni ha raccolto diversi fondi: inizialmente Hyundai e Kia hanno investito 111 milioni di dollari, e a ottobre 2020 il fondo USA BlackRock ne ha investiti altri 118 milioni. Ha già in produzione un Van da 160 CV e 340 km e una partnership con Amazon, ma tra le sue intenzioni c’è anche quella di costruire auto elettriche per il NCC di Uber. Tuttavia, come detto, non tutto è andato secondo i piani: a gennaio 2023 ha tagliato 800 posti di lavoro in patria, per ridurre i costi, e sta ancora cercando nuovi finanziamenti.
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